40,00 €
Autore: Carlo Di Lieto
Editore: Genesi Editrice
Formato: libro
Collana: Letteratura & Psicanalisi, 42
Pagine: 896
Pubblicazione: 2018
ISBN/EAN: 9788874146819
Premessa
Si compie il primo lustro da quando la collana di saggistica Letteratura & Psicoanalisi è passata sotto la direzione di Carlo Di Lieto, che è tra i più accreditati studiosi italiani di tale binomio, divenuto un amalgama inscindibile che comprende lo studio dei testi letterari correlato all’analisi psicologica dell’autore.
Di Lieto nel 2013 è subentrato allo scrivente nella direzione. La collana, all’atto della sua fondazione, si nominava semplicemente Letteratura. Aveva avuto inizio nel 1993, circa un quarto di secolo ad oggi, con il saggio romanzato di Roxi Scursatone, Diario estetico di Gaia. Nello stesso anno uscì il saggio letterario e psicologico di Francesco Olivari, Ippolito Nievo, lettere e confessioni. Studio sulla complessità letteraria. La terza opera edita è stato lo studio del compianto Cesare Dei, Psicosaggi, nel 1995. La collana ha proseguito il suo programma di indagine intorno alle origini profonde delle opere letterarie, e ha selezionato le opere di studiosi come Filiberto Ferro, Rossano Onano, Liana de Luca, Emerico Giachery, Fabio Dainotti, Oddone Longo, Giorgio Bárberi Squarotti, Marina Caracciolo, Maria Luisa Spaziani, Menotti Lerro, Pier Franco Quaglieni e altri autori inseriti in opere collettive. L’orientamento della direzione dato da Gros-Pietro ha sviluppato un movimento a spirale, con origine tratta dalla problematicità psicologica della letteratura, ma si è poi ampliato a indagini sulle dinamiche sociali, sul costume, sulle ideologie politiche, sui laboratori della creatività poetica e artistica, anche con sconfinamenti negli atelier artistici. Con la collaborazione di Carlo Di Lieto, dapprima estemporanea, ma poi sempre più alacre e qualificante, la tematica psicanalitica è tornata a rappresentare la visione di priorità degli interessi della collana.
Carlo Di Lieto è intervenuto con opere fondamentali che hanno segnato un’impronta di assoluto rilievo scientifico e di purezza metodologica, al punto da contraddistinguere la collana come autorevole luogo di aggiornamento e di dibattito della ricerca psicoanalitica applicata alla critica letteraria. Nel volgere di pochi anni sono usciti i capolavori che rappresentano l’autentica ossatura degli studi condotti nell’arco di più decenni dall’Autore, docente all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Nel 2006 usciva Pirandello e “la coscienza captiva”. Nel 2007 era la volta di “L’identità perduta”. Pirandello e la psicanalisi. Nel 2011 si pubblicava “La bella Afasia”. Cinquant’anni di Poesia e scrittura in Campania (1960-2010). Un’indagine psicoanalitica.
Arriviamo nel 2013, ed ecco che esce il volume “Psicoestetica” il piacere dell’analisi. Nello stesso anno, come si è detto, Gros-Pietro conferisce a Carlo Di Lieto la direzione della collana. Accanto alle opere di Renzo Montomoli, Silvia Marzano e Sandro Tirini, Carlo Di Lieto edita il suo autentico e prezioso capolavoro, frutto di un vastissimo e approfondito studio più che decennale, Leopardi e “il mal di Napoli” (1833-1837), una nuova vita in “esilio” acerbissimo. L’opera contribuisce ad accreditare Di Lieto nel novero dei più affidabili leopardisti contemporanei. Circa due anni or sono, con prefazione di Claudio Toscani, esce Chi ha paura della psicoanalisi? Il “lato oscuro della mente”: da Dante a Cesare Viviani. Quest’ultimo libro rappresenta una ricostruzione comparativa dei grandi corsi e ricorsi nell’inconscio di vari autori della letteratura italiana, percorsa con visitazione delle loro opere, a partire dalle origini trecentesche della nostra letteratura per giungere fino agli anni della contemporaneità, con l’unico caso di William Shakespeare come scrittore non italiano, ma comunque scelto come rappresentante eccellente del pensiero creativo e letterario dell’intera civiltà dell’Occidente, e non solo di quella.
L’opera che oggi vede la luce, Letteratura, follia e non-vita. In principio era l’Es, è la gemella paredra di quella appena nominata, Chi ha paura della psicoanalisi? Anch’essa si apre, come annota Claudio Toscani nella prefazione di quella, con un “agile preludio che riepiloga la strumentazione psicoanalitica di riferimento nei suoi cardini motivazionali e teologici, rivelanti e liberatori”. Subito dopo il lettore viene accompagnato nel concento della grande letteratura europea (e in parte americana) di metà Ottocento per giungere fino a metà Novecento: Edgar Allan Poe, Lewis Carroll (Charles Lutwidge Dodgson), Giovanni Verga, Joris Karl Huysmans, Oscar Wilde, Cesare Lombroso, David Herbert Lawrence, Thomas Mann, Fernando Pessoa, Carlo Michelstaedter, Carlo Emilio Gadda, Albert Camus, Aldo Palazzeschi. Ancora una volta il meccanismo di indagine si conferma incentrato sull’analisi dei personaggi protagonisti delle opere, per poi riflettersi sull’analisi dell’inconscio dello scrittore che li ha progettati, seguendo le grandi direttrici tracciate da Freud e dai suoi seguaci. Avviene così che le categorie della letteratura, nello studio di Carlo Di Lieto, trovino le loro corrispondenze d’affinità e d’elezione con le nevrosi studiate dalla psicanalisi. Il “male oscuro”, il “male di vivere”, il “vizio assurdo”, come i movimenti letterari del decadentismo, immaginismo, surrealismo trovano nell’analisi psicanalitica dei protagonisti delle opere (e nella ricaduta sulla vita degli scrittori che li hanno ideati) un funzionamento delle teorie di Freud sull’interpretazione dei sogni e sull’influenza dell’inconscio nelle scelte di vita e di non-vita, nella creazione dell’io diviso, nell’espletazione del principio del piacere.
Con l’intervento della psicanalisi, la critica letteraria acquisisce una dimensione di profondità che prima dell’arrivo di Freud era sconosciuta. Il testo non rimane più un documento di corrispondenze piane e riscontrabili nella comparazione degli stili letterari, delle forme linguistiche, dei contenuti ideologici, come insegna la filologia e le discipline affini. Ecco, invece, che opera e autore superano la forma della figura piana e divengono una figura tridimensionale, cioè acquisiscono la ricchezza delle “pulsioni”, come se i libri fossero fatti di carne e di sangue e non solo di carta e di inchiostro: la letteratura diventa espressione del profondo dell’umanità: diviene il viaggio luminosamente cieco dell’uomo condotto dentro il cosmo creato, e ricostruito con identica luminosa cecità nel cosmo interiore dello scrittore.
Sandro Gros-Pietro
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14,00 €
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