PRESENTAZIONE

Le dieci favole che compongono questo libro sono dei micro-racconti per ragazzi maturi ovvero per adulti che non hanno smarrito la capacità di sognare ad occhi aperti e di non sentirsi inermi e schiacciati dalla realtà fenomenica che ci circonda e che ci sovrasta con leggi inappellabili. La soglia del sogno è ripetutamente invocata come il sortilegio necessario per potere acquisire la dimensione della favola: una descrizione traslata della realtà, che è una voluta deformazione alfine di ottenere il riscatto della storia. La favola, dunque, ci riscatta dall’ingiustizia e dalla brutalità dei violenti, perché nella favola si può introdurre un ordine moralizzatore ed etico dell’universo, che permetta il trionfo dell’armonia sul caos e la vittoria del bene sul male, con la celebrazione dell’amore come sentimento universale che confonde e dissolve ogni forma di odio tra gli esseri umani. Nell’intezione di Mino De Blasio, la favola è una sorta di età dell’oro dell’umanità, l’era edenica perduta per sempre ai destini presenti e futuri dell’uomo. L’unico essere vivente che possa accedere al mondo fatato è il bimbo, in quanto osserva il creato con ingenuità e stupore, ed in quanto non è ancora posseduto dal demone del successo, dell’arricchimento e del divertimento sfrenato e licenzioso. Solo il fanciullo è autorizzato ad entrare ed uscire, quasi a suo piacimento, dal mondo della favola: proprio come accade nel micro-racconto L’extraterrestre, ove si dice che la realtà è quella del giorno e la favola è quella della notte, ma potrebbe anche esere il viceversa.
Su tutto il libro si proietta l’effetto Peter Pan: la ricerca dell’“isola che non c’è”, patria deputata di ogni favola e luogo in cui è concesso non crescere e rimanere eternamente puri, ingenui, bambini che vincono la cattiveria del mondo con la purezza e l’integrità del loro pensiero gioioso. Ma quello di Mino De BLasio è un Peter Pan più consapevole della realtà e anche più ferito e offeso dalle vicende del mondo, in particolar modo dalla brutalità della guerra e dai turpi pensieri di lussuria di qualche vecchio vizioso. Voglio dire che questo libro ci presenta un mondo dei ragazzi acceso, sì, nell’armonia fantasmagorica dei sogni, ma anche segnato dalla consapevolezza della presenza ineliminabile del male e dalla necessità di dover raggiungere un patto di prudente coesistenza con la cattiveria del mondo. Infine, il libro di Mino De Blasio diviene una rappresentazione romanzata, per scenette e per quadretti, della nostra società di oggi, delle nostre abitudini, dei nostri vizi e delle nostre virtù. È una rappresentazione in chiaroscuro, che fornisce al lettore una luce quasi accecante per i bagliori che l’autore vi accende, a riprova del sentimento di sconfinata fiducia ed amore nutrito verso l’uomo e il suo destino. Diviene, allora, difficile distinguere tra il valore di intrattenimento anche pedagogico della lettura e, in contraltare, il suo valore etico e quasi religioso: ed è quest auna commistione e un amalgama di intenti che contraddistinge anche le opere precedenti di Mino De Blasio.

Sandro Gros-Pietro

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