Prefazione
Uno scrittore poliedrico deve saper confrontarsi con tanti generi, ecco il motivo che sta spingendo gradualmente Raffaele Di Palma a esplorare la sua capacità letteraria.
Il suo è un percorso che ho visto nascere e maturare a partire da Sospeso nei pensieri, una raccolta partita da riflessioni estemporanee e arrivata a descrivere un mondo fatto di tante piccole cose che danno un sapore particolare alla nostra esistenza. Gli aforismi e le poesie dell’esordio, tuttavia, hanno rappresentato soltanto una fase di transizione che lo ha accompagnato verso una nuova tappa che ha la forma della narrativa.
Lo scandaglio della sua curiosità, oltre qualsiasi genere e qualsiasi stile, sta scavando in profondità alla ricerca di sensazioni, ricordi autobiografici e situazioni verosimili che possano fare della vicenda esposta uno specchio nel quale rivedere la storia di tanti altri. A tratti un caleidoscopio che mostra le tante varianti contingenti di un divenire apparentemente individuale, ma che segna l’identità di molti. L’esperienza del protagonista del suo ultimo libro, infatti, non rappresenta una particolarità, ma un percorso di vita condivisibile, un modello categorizzabile grazie alla strada percorsa da uno per tanti o forse tutti, prima e dopo la pubblicazione del presente racconto.
Tutto nasce dalla vita e dalla mente dell’autore che incarna in pieno quella definizione heideggeriana di “essere delle lontananze”, perché a fronte dell’amore per la sua famiglia e per la sua terra che lo tengono ben saldo nel qui e ora, proietta continuamente il suo essere oltre la sua esistenza, in una dimensione altra e spesso lontana, fatta di progetti, sogni e sollecitazioni che arricchiscono la tempra dell’architetto con la progettualità dell’educatore e la fantasia dello scrittore.
L’essenza trina non poteva che elaborare in modo originale il suo percorso biografico. Nel giovane che sradica temporaneamente le sue radici per la dignità professionale e l’orgoglio personale c’è tanto dell’autore che rilegge gli incontri e le difficoltà dell’esperienza torinese in una prospettiva tragicomica, tessendo un racconto fatto di maglie esilaranti – grazie ad amici reali rivestiti con una leggera patina di finzione (vedasi l’episodio della bici rubata) – e di maglie tristi ammantate di problematiche individuali e collettive.
Così come nella prima opera tali orientamenti letterari si presentavano ancora in una gestazione che si dirigeva verso una forma al di là da venire, nel nuovo libro si delinea appieno quella identità artistica che coniuga vita vissuta e riflessione intelligibile.
In un’atmosfera avvolgente e suggestiva, tra i colori accesi del tramonto e il rumore delle onde che si infrangono sulla costa, si snoda il progetto audace di un giovane alla ricerca della propria strada, in un’ultima corsa contro il tempo per realizzare un sogno condiviso e lasciare un’eredità di amore e speranza alle generazioni future.
Attraverso queste pagine, il lettore sarà condotto in un viaggio emozionante e coinvolgente. Una storia di resilienza, di riconciliazione e di rinnovamento, che ci ricorda che, nonostante le tempeste, l’amore e la famiglia restano sempre il porto sicuro in cui trovare rifugio e conforto.
Un viaggio interiore di un ragazzo che, costretto a lasciare la sua famiglia, si trova ad affrontare le insidie della vita lontano da casa. Tra scelte difficili e sacrifici dolorosi, il protagonista si immerge in un mondo sconosciuto, alla ricerca di una realtà migliore per sé e per coloro che ama.
Il destino ha in serbo sorprese inaspettate che porteranno il giovane protagonista a fare i conti con il passato, a confrontarsi con le sue paure più profonde e a riscoprire il valore impagabile dei legami familiari. Il ritorno a casa diventa così un’occasione per ricomporre antiche ferite, per riallacciare i fili del cuore spezzato e per abbracciare nuovamente i propri cari con un amore rinnovato e chiarificatore.
Così ogni parola, ogni passo e ogni scena si arricchiscono di valori che rendono il protagonista un elemento virtuoso che sfida condizioni e situazioni avverse, in un complesso narrativo il cui senso non è mai scontatamente teleologico, prevedibile o necessario. Tutto si tiene attraverso scelte contingenti ma non casuali, la cui provvidenzialità risiede nelle stelle guida incarnate dai rapporti familiari da preservare e da riprodurre in condizioni che mutano continuamente. Il divenire narrativo, infatti, come il divenire continuo della vita individuale e collettiva, come emerso nel precedente lavoro di raccolta di pensieri sparsi, non spaventa, anzi viene reso rassicurante nella sua inevitabilità in funzione di un futuro che può mettere di fronte a cambiamenti tragici o felici, ma che non spaventa nella sua imprevedibilità.
D’altronde non poteva presentarsi diversamente la storia partorita da un uomo che esorcizza il prossimo partendo dalle certezze e intraprendendo ogni viaggio con ironia ed entusiasmo: un’impresa come la costruzione di una storia, infatti, non può essere edificata con un impasto ibrido di pessimismo e serietà. Senza quel pizzico di follia, nulla di buono può realizzarsi in letteratura.
Davide De Stavola
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