Sono cresciuta a pane e rock.
Quando ero piccola l’eco di Woodstock non si era ancora spenta, le grandi star se ne andavano una dopo l’altra e Jesus Christ Superstar era uscito da poco.
Trascorsa una vita da allora, qualche tempo fa mi sono imbattuta in un video tristissimo di Amy Winehouse, nella sua ultima uscita al concerto a Belgrado. Ubriaca, patetica, disperata.
Ed è lì che tutto è riaffiorato.
Tutti loro, “i 27”, si sono affollati nella mia testa e sono venuti a trovarmi, ognuno con la sua storia e con la propria musica.
Così è nato Bloody Twenty-seven, ovvero Muore giovane chi è caro agli dei: un tentativo di coinvolgere e trasportare nel mondo rock, attraverso la maledizione che non fa superare i 27 anni.

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