NOTA DELL’AUTRICE

Sta per concludersi il 2019, che sarà ricordato come l’anno di Levi, per le numerose manifestazioni organizzate nel centenario della sua nascita. La prima celebrazione si era svolta il 21 febbraio a Fossoli, frazione di Carpi, nella bassa modenese, proprio nel luogo in cui ebbe inizio il viaggio verso Auschwitz. Erano presenti i figli Lisa Lorenza e Renzo. L’attore Fabrizio Gifuni aveva interpretato alcuni brani da Se questo è un uomo e da I sommersi e i salvati, scelti dal Presidente del Centro Internazionale di Studi Primo Levi, Ernesto Ferrero.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva fatto pervenire un messaggio al Presidente della Fondazione Fossoli: “[…] La memoria di Levi è un patrimonio e una risorsa epica di umanità a disposizione di tutti. Levi toccò con mano l’abisso più profondo del male, l’inferno in terra”.

A questa celebrazione ne sono seguite altre nel corso dell’anno. Il 22 aprile è stato rappresentato al Teatro Carignano di Torino Se questo è un uomo, per la regia e l’interpretazione di Valter Malosti, Direttore del Fondo Teatro Piemonte Europa. Già lo stesso Levi, dopo l’esordio radiofonico del testo nel 1964, ne scrisse un copione per il teatro.
Dopo più di mezzo secolo, Malosti ha coinvolto Domenico Scarpa in una messinscena teatrale del libro di Levi facendola diventare una “installazione visiva e acustica”, che comprende anche la musica, in quanto sono stati inseriti tre madrigali composti per l’occasione da Carlo Boccadoro, su versi di Levi.

Nel mese di maggio al Teatro Astra di Torino è andata in scena la “condensazione scenica” del libro di Levi Il sistema periodico, a cura di Malosti e Scarpa, interprete Luigi Lo Cascio.

Infine, il 14 ottobre è stata inaugurata, presso la Galleria d’Arte Moderna di Torino, la mostra Figure, a cura di Fabio Levi e Guido Vaglio. Si tratta di figure tridimensionali di animali, che Levi creò negli anni 1955-1975. La mostra chiuderà i battenti il 26 gennaio 2020.

A tenere vivo il ricordo di Levi nel corso dell’anno sono stati anche gli articoli delle testate giornalistiche, non solo La Stampa di Torino ma anche altri quotidiani nazionali.

Che apporto posso dare io alla vicenda umana e alla produzione letteraria di Levi, di cui si sono occupati studiosi e critici di chiara fama? Cito uno per tutti, Marco Belpoliti, che ha curato un ponderoso volume intitolato Primo Levi di fronte e di profilo, Guanda 2015 e una nuova edizione di Opere complete Volumi I e II, Einaudi 2016. Eppure ho voluto ugualmente, con questo mio lavoro, rendere omaggio ad un autore che apprezzo da decenni, sia come scrittore che come poeta.

In vent’anni di conferenze ho proposto in varie occasioni la sua biografia e le sue poesie. Questa volta però mi sono impegnata in una attenta analisi dei suoi versi, soprattutto riguardo lo stile, destinato a mutare nel tempo, le figure retoriche, le citazioni da altri poeti, il rapporto di Levi con la natura, i vegetali, gli animali e, da ultimo, con la religione. Per questo motivo capiterà al lettore di trovare più volte la stessa poesia, con versi differenti.

 

Il libro Ad ora incerta, cui ho fatto riferimento per questo mio lavoro, è l’edizione finita di stampare da Garzanti il 12 marzo 1998, che riproduce quella del 1984 con l’aggiunta di una serie di poesie scritte tra il settembre 1984 e il gennaio 1987, alla voce Altre poesie.
Tengo a precisare che questo libro non ha le caratteristiche del saggio accademico, non presenta le note a piè di pagina né la bibliografia a fine libro. Potrebbe essere piuttosto un manuale adatto agli studenti che, negli ultimi anni grazie alle visite scolastiche ai vari campi di sterminio, sono venuti a conoscenza direttamente, più che sui banchi di scuola, di ciò che è stato e potrebbe ripetersi… Lo temeva già nel 1985 il regista francese Claude Lanzmann, che iniziò il suo lunghissimo film Shoah con la frase: “L’azione continua ai giorni nostri”.

dicembre 2019
Franca Olivo Fusco

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