Prefazione 

Questo appassionante romanzo di Gabriela Bosso racconta una storia basata su fatti reali accaduti in Argentina nel drammatico e sanguinoso periodo della dittatura militare iniziato nella seconda metà degli anni ’70 del secolo scorso.
Non desidero entrare nella trama della vicenda poiché sono convinto che per apprezzarla sia fondamentale che il lettore la scopra scorrendo, pagina dopo pagina, questo avvincente racconto. Si arriverà in tal modo ben presto a comprendere il significato del titolo che in un primo momento ci appare in tutta evidenza alquanto oscuro.
Mi limito qui a segnalare che la sua principale protagonista è una bambina di pochi anni che caratterizza una buona parte del racconto con il suo sguardo innocente e spontaneo.
È quindi lei ad attrarre l’attenzione del lettore in molti passaggi della narrazione che si sviluppano con grande immediatezza e semplicità, proprio come li vedrebbe una bimba che si sta affacciando con curiosità sul mondo strano e complicato degli adulti. Ed è ancora lei a caratterizzare con la sua vivacità sfrenata, con la sua impertinente sincerità e con le sue marachelle una storia che presenta inevitabili momenti drammatici.
In questo aspetto emerge, dunque, il principale merito di Gabriela Bosso che ha saputo penetrare con grande efficacia nella mente e negli atteggiamenti di un’irrefrenabile e adorabile infante riuscendo così a emozionare e divertire il lettore.
L’inverno argentino avvolge poi il racconto permeandolo di un alone di malinconia e di fredda umidità con i suoi temporali e con i suoi giorni di pioggia che si susseguono e si alternano a rari scorci di sole.
La prima riflessione che mi è sorta spontanea, al termine della lettura di questo coinvolgente romanzo, è immediatamente riconducibile alla constatazione di come il bene e il male seguano un percorso comune, vivano e crescano insieme, spesso rappresentando due facce di una stessa medaglia.
L’uomo, poiché non agisce solo per istinto, è l’unico essere vivente capace di praticare il male (e ne abbiamo moltissimi esempi nella stessa nostra vita di tutti i giorni) e nel contempo è l’unico essere vivente in grado di contrastarlo e di sconfiggerlo ricorrendo al bene.
Essi sono insiti dentro di noi, li possediamo entrambi e alla fine è puramente una questione di scelta: quale far prevalere. In conclusione ci troviamo di fronte a un libro appassionante e coinvolgente che ben delinea i caratteri e le emozioni dei suoi protagonisti principali.
Questa storia, narrata con estrema sensibilità da Gabriela Bosso che ho avuto l’opportunità di tradurre nella nostra lingua, ci impartisce una lezione fondamentale che ritengo si possa efficacemente riassumere in un folgorante aforisma del grande filosofo greco Aristotele sull’annoso e tuttavia sempre attuale tema della libertà: “Solo l’uomo che ha superato le sue paure sarà veramente libero.”

Carlo Bosso

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