Premio I Murazzi per l’inedito 2016 (Primo premio assoluto)

Motivazione di Giuria

Nella continuità di una visione poetica unitaria, la Scrittrice sa coniugare con fascino e incantamento le figure mitologiche dell’antichità greca, rielaborate quasi come fantasmi onirici della mente, con la tensione drammatica delle stesse problematiche di vita e di ricerca dei valori profondi cui orientarsi nella contemporaneità. La purezza lineare, essenziale ed elegantissima del linguaggio poetico adoprato costituisce sicura prova di alto stile letterario.

 

NOTA DELL’AUTRICE

Nell’accumulo degli anni, visioni nuove vengono ad instaurarsi, inediti assetti si determinano quali aggiustamenti che tentino una nostra ricollocazione nel mondo, in un equilibrio che consenta una qualche stabilità al nostro essere, un’integrazione, insomma, che ci consenta ancora la vita.
I fulgori della giovinezza sono ormai lontani, gli ardori acquietati, la vita è rimasta fuori di noi come un fiume che dispiega le sue acque tranquille sulla nostra contemplazione. Tutto è remoto, non restano che quiete e nostalgie. Non restano se non i fantasmi che un tempo bruciarono l’anima, le sirene che incantarono i nostri sensi, i miti cui si ancorava il nostro destino per non sfaldarsi e non precipitare. La loro eco dura nell’anima, resiste in una calma incontrastata, diviene leggendaria visione, diafana forma che fu un tempo di viva fiamma, desiderio caustico e inestinguibile; resiste a testimoniare le effigi di un lontano passato, la ricerca vana, inesauribile di sconfinamento e perfezione, l’idea e il sogno di una bellezza che viva incontrastata e di un amore come sublimazione e inarrivabile conquista dell’Unità negata.
È l’orizzonte cui rimandano i versi del poemetto Antenore, nella rappresentazione di un eros come infinita tensione, irraggiungibile totale appagamento in uno sconfinato protendersi del desiderio. E giovinezza e bellezza ne sono sostanziali premesse, quasi sinonimiche necessità. Rivive l’ideale perenne, nostalgico, di un passato che ci appartenne e che ritorna sempre nuovo: la Sehnsucht di una terra lontana, immaginaria ed eternamente cara alla memoria, il luogo della limpida perfezione e dell’incontaminata purezza.
I versi dedicati alla figura di Teseo ricostruiscono e reinventano il mito con al centro la figura dell’eroe ateniese e del Labirinto con tutte le implicazioni simboliche che esso contiene. Le Altre poesie si distaccano invece da questo quadro dedicato a una grecità onirica, per certi versi rasserenante e idillica. Alcune sono l’esito di una disincantata visione del reale, e spesso accensioni di un dolore dalla valenza cosmica. Ad esse, ho inoltre aggiunto una sezione con versi più recenti che inaugurano, forse, una nuova stagione.

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1 recensioni per Mito ed Eros

  1. Giorgio Barberi Squarotti

    “Il tuo poemetto (Antenore) è mirabile: è non soltanto l’opera esemplare, sublime, d’amore e di divina malinconia che ti solleva in alto su quanti ora scrivono versi, ma in assoluto un risultato poetico definitivo, indimenticabile. Plaudo e ammiro.”

    Giorgio Bárberi Squarotti

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