Mario Rondi vive a Vertova, in provincia di Bergamo. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Corpo & poesia, con nota critica di Lucio Klobas (Geiger, 1978); Poker di cuori, con introduzione di Giulia Niccolai (Edizioni Tam Tam, 1983); Erbario immaginario, con prefazione di Adriano Spatola (Edizioni Tracce, 1985); La luna in ammollo, con nota critica di Alberto Cappi (Edizioni del Leone, 1987); La stanza dei sogni, con prefazione di Mario Ramous (Edizioni Tracce, 1989); Il trucco, con introduzione di Lucio Klobas (Editore Campanotto, 1993); Sonetti silvestri, con introduzione di Mario Ramous (Edizioni Araberara, 1995); Il vento dei saturni, con introduzione di Maurizio Cucchi (idem 1996); Il nastro della fuga, con una nota di Vincenzo Guarracino (Editore Book, 1997); Il mondo alla rovescia, con prefazione di Tomaso Kemeny (Editore Campanotto, 1999); Sarabanda, con prefazione di Vincenzo Guarracino (Piero Manni, 2001); L’onda del sogno (Signum edizioni d’arte, 2002); L’orto delle gru, con introduzione di Vincenzo Guarracino (Piero Manni, 2005); Il bosco delle fiabe, con introduzione di Giulia Niccolai (idem 2007); Medicamenti, con introduzione di Sandro Gros-Pietro (Genesi, 2009); Ortolandia (idem 2010); Cabaret (idem 2014); il libretto Presenze, con disegni di Alfa Pietta (Lubrina 2015).
Ha pubblicato sei libri di racconti: Storie di amore e disamore (Lacaita editore, 1986); La mancanza (Editore Campanotto, 1998); Veleni e caramelle (idem 2001); La felicità nei sogni (Piero Manni, 2004); Amori precari (idem, 2008); L’amore sognato (Genesi, 2012). Un libro per ragazzi: Storielle per ragazzi e non, con disegni di Ayax Barnes (Campanotto Ragazzi, 2013); Nel mondo delle fiabe (Zeta Ragazzi, 2015).
Si occupa inoltre di cultura popolare e ha pubblicato: Cultura di un paese (Silvana Editoriale, 1978); Fiabe bergamasche (idem 1981); Filastrocche bergamasche (Quaderni dell’archivio della cultura di base, 1983); Storie di magia (idem 1986); Sotto il ponte passa l’acqua (Fonti per lo studio del territorio bergamasco, 1989).
Suoi testi sono apparsi in numerose riviste e antologie. Da anni propone mostre personali di poesia visiva e poesia e fotografia.
Premio I Murazzi per l’inedito 2013 (dignità di stampa)
Motivazione di Giuria:
Nell’eccellenza di un linguaggio poetico curato con sapiente erudizione e con grazia scevra da esternazioni di pedanteria, lo scrittore Mario Rondi ripropone il fascino delle forme chiuse appartenute all’alto stile letterario, ma rinverdite e rinnovate nella magia dell’invenzione surrealista fino a creare un linguaggio che appare nel contempo virtuale e virtuoso nell’uso perfetto della metafora sviluppata da protagonisti antropomorfi tratti dal regno della flora e talvolta della fauna. Gli eroi antiepici di tale hortus conclusus divengono gli specchi verosimili e inquietanti dei vizi e delle virtù umane quali si presentano ai tempi nostri e quali probabilmente sono sempre stati nella temperie dei secoli.
Da Cabaret
TRAGICOMMEDIA
L’AMORE DEL NONNULLA
Ferito nell’amore, un finocchio
si sente tartassato dal destino
beffardo, ma non molla nell’ardore
per tutte le verdure, con un occhio
speciale per le zucche, un pochino
trasandate, che bacia ancora in fiore,
contento del suo languore fasullo,
ridotto ad amare un nonnulla…
FELICITÀ CLANDESTINA
Si sente felice il ramarro
quando si stende al sole, malandrino,
se è felicità lo strano afrore,
quel brivido che prova nello sgarro
dello sguardo che punta, birichino,
il basso della rana sopra il fiore
che sembra faccia segno che si “puote”
fornicare senza nessuna dote.
ANELITO FASULLO
L’amore impossibile che coltiva
la lumaca, folle per un lombrico
ermafrodita, consuma di gioia
l’anelito fasullo della diva
mancata per puntiglio che col bricco
sorseggia il piacere, senza la noia
del dovere fittizio amministrato
per fedele servizio dello stato.
LAMENTAZIONE
– Senza un po’ di decenza, mi tocca
amare una pianta senza fronde
fiorite, si lamenta un fringuello
sconsolato: non ha neanche la bocca
per versarci lacrime, con gioconde
recriminazioni, nel mio castello
dove sto in ritirata a meditare
a come farmi di nuovo fregare…
LA SPERANZA
È tutto pressappoco, nella piega
del vento, nel taglio del paesaggio:
l’onda del sentimento si comprime
per mancanza di spazio, ma si prega
di spegnere la luce, al passaggio
della dama vorace che deprime
la speranza, se guardi controluce
che nel profondo del cuore riluce.
SFORTUNA
Una talpa sonnambula mi cerca
nella notte, inseguendo col suo fiuto
l’odore di bruciato del mio cuore,
ma la sua ardimentosa ricerca
cozza miseramente col rifiuto
di chi se sente un divo nell’ardore
per rivelare persino alla luna
il mistero di tanta sua sfortuna…
IL FINOCCHIO
Dell’acuta sofferenza il finocchio
ride, ma dal dolore poi sragiona
e vede tutto nero nello sguardo
suadente della fava che con l’occhio
gli promette scintille: non funziona
con lui quell’espediente, nel tardo
meriggio, ci vorrebbe una manciata
di pietà, con carezza prenotata…
IL TORCICOLLO
Si sente spacciato il torcicollo,
ma dice no con la testa, a costo
d’essere patetico, lui non molla:
non cede a smancerie, nel protocollo
dell’uscita di scena, al suo posto
qualcuno s’inabissa nella folla
dei curiosi, ma con lui non funziona,
neanche se gli promettono la “mona”…
FINE INDECOROSA DEL GRILLO
Un grillo sfaccendato s’innamora
d’una biscia che sembrava suadente
per il dolce incedere nell’erbetta:
nella sua follia neppure lo sfiora
l’idea di star rischiando, imprudente,
la vita per amore, non s’aspetta
quel morso velenoso che trascina
il suo bel canto in una latrina…
SENZA SCONTRINO
Beccato senza scontrino fiscale
nel mio orto, un tasso per risposta
fa spallucce, notando di sfuggita
lo sterminio di piante: l’animale
che è in lui reagisce, sulla costa
piangono le orchidee, per la gita
fuori porta, con scasso di patate,
miei bravi assassini non m’incolpate…
PREGHIERA DEL FINOCCHIETTO
Allontana da me, buon Dio, l’angoscia
che tormenta la mente nella notte,
misericordia, sono peccatore:
come un virgulto presto s’affloscia
il mio cuore, travolto sulle rotte
delle stelle in cerca dell’amore
– dice un finocchietto disperato,
che sembra smarrire il suo afflato.
LA PLUSVALENZA
La zucchina mordace non ha pace
per lo scempio del cuore del pisello
nostrano, ma non vede all’orizzonte
redenzione, per questo sempre tace
dei suoi oscuri difetti, nel cestello
della spesa di dama senza conte
che la guarda convinta d’innocenza,
senza calcolo della plusvalenza.
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