“La casualità degli eventi mi aveva condotto fino a lì senza che possedessi certezze utili a capire se ero stato autore o esecutore materiale di quel periodo di vita. Sapevo che in molte situazioni di dubbio tra il fare o non fare qualcosa di diverso, di fronte a nuove possibilità che mi si presentavano, avevo istintivamente risposto: “perché no?”.
Medicina piuttosto che Ingegneria? Perché no? La Cattolica invece della Sapienza? Perché no? L’ospedale anziché l’Università? Perché no? La flebologia e la chirurgia estetica al posto della chirurgia generale? Perché no? Roma e non il vecchio ospedale? Perché no?
Nelle decisioni in cui non sapevo realmente cosa convenisse fare avevo optato sempre per la diversità ma non sapevo dare un senso a tutto ciò. Ero attratto da quella divergenza dal comune e sentivo di doverla trasferire nella mia vita professionale, ritenevo di poter trasgredire, cominciavo a vedere con un altro occhio quel “perché no?” Non ero certo che mi avesse condotto fin lì ma credevo che mi dovesse condurre da lì.”

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1 recensioni per Perché no?

  1. Nazzareno Di Giò

    Conosco il dott. Paolicelli da molti anni; dalla personalità schietta, empatica, professionalmente eccellente cui ho riposto tutta la mia fiducia. Incuriosito, ho letto il suo romanzo autobiografico che ho divorato in un giorno. Scorrevole e gradevole nella lettura ho apprezzato soprattutto i valori umani e civili che hanno guidato l’autore nel suo percorso professionale e di vita. Senza ipocrisie e schietto nel raccontare episodi quotidiani e nel delineare figure umane che ha incontrato, ha saputo rappresentare un periodo storico recente, ma che appartiene ormai ad un passato irripetibile

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