Gli splendidi racconti di Parlare come uomo che sogna descrivono il percorso di un’avventura letteraria che si inoltra in un territorio dove realtà e fantasia si transustanziano fra loro, nel senso che la realtà diviene fantastica e allo stesso tempo la fantasia appare del tutto realistica. Dunque, il lettore all’inizio si avventura per un racconto che appare piano e logico, ma che nel corso dello sviluppo si transustanzia nell’opposto modo di essere delle storie del mondo: può essere che le cose reali divengano immaginarie oppure potrà accadere l’esatto opposto. Ciò che affascina il lettore è l’assoluta naturalezza consequenziale delle trasformazioni, come se la vicenda richiedesse necessariamente il salto di prospettiva, et tout se tient. Non si tratta di surrealismo, che è sempre qualcosa di fantastico ed è impossibile, ma piuttosto potremmo pensare a un’applicazione innovativa della formula kafkiana del realismo magico: la realtà si trasforma in immaginazione, ma continua a mantenere una solida radice realistica. Così accadrà che il protagonista di Una casa nel centro di Roma ci racconterà con dovizia di particolari un suo sogno ricorrente, che pur essendo fantastico, appare plausibile, ma poi scopriremo che l’io narrante è un gatto e non già un essere umano. Chi cono­sce i sogni dei gatti? Nessuno può immaginarli se non in chiave fantastica: il racconto ha stravolto la prospettiva. Va detto, che di gatti, nei racconti, ce ne sono veramente tanti, quanti sono i ricorsi alle invenzioni più fantastiche eppure sempre realistiche. Tuttavia, Maria Ivana Trevisani Bach fa i conti anche con la storia documentata, con gli atti raccolti negli archivi vescovili secenteschi riguardanti i processi dell’Inquisizione contro le streghe. Il ricordo va ai manoscritti ritrovati di manzoniana memoria, che propongono trame perfettamente rispettose dei fatti della storia, Ed ecco che il libro offre le appendici storiche, con documentazione delle fonti, che portano il lettore in una dimensione di indagine inquisitiva dei fatti, con rispetto assoluto della verità. Maria Ivana Trevisani Bach costruisce un ricco caleidoscopio di fatti reali e d’invenzioni romanzesche collegate con sapienza fra loro per arrivare a dimostrare, anche in omaggio a Caldéron De la Barca, che la vita è sogno e che può anche essere l’esatto contrario, per cui i sogni sono parte integrante della vita, anzi, i sogni sono la vita stessa, tout court.

Sandro Gros-Pietro