Prefazione

Le Voci dai Murazzi sono una crestomazia diversa dal consueto, poiché non si propongono l’obiettivo diretto di ce­lebrare un ristretto florilegio di testi, spalmati lungo un arco temporale determinato, e successivamente selezionati secondo un criterio canonico di rigorosa ricerca estetica della poesia, che tenga conto sia delle forme sia dei contenuti. Il criterio, invece, è quello di rappresentare il panorama composito della poesia italiana che viene registrato dall’osservatorio poetico del Premio I MURAZZI. Non c’è la presunzione che I MURAZZI siano rappresentativi della poesia italiana d’attualità tout court, ma c’è la consapevolezza che essi siano una specola d’osservazione di buona affidabilità, così come è da credere che l’Eridano non sia l’unico fiume con patente poetica, ma è certo che in fatto di fluvialità poetica sappia gorgogliare la sua. E le acque che vi scorrono dentro, tanto per ri­manere in metafora, non sono imbrigliate negli acquedotti della grande distribuzione municipale, destinate a portare la preziosa risorsa nelle private abitazioni dei sessantaseimilioni di cittadini italiani. Sempre in metafora, significa che le poesie che si leggono nell’antologia Voci dai Murazzi non sono quelle distribuite dai grandi editori e che arrivano fino alle biblioteche dei privati cittadini, ma sono invece paragonabili alle acque di fonte, nascoste e poco note, ma anche più pure, meno trattate, omogeneizzate, depurate e disinfettate dalle redazioni delle case editrici, secondo criteri di produzione imposti in base a logiche economiche. Abbandoniamo la metafora acquorea, perché ad insistere nello specchiarsi dentro si correrebbe il rischio di Narciso.
L’esperienza di oltre trentacinque anni di attività editoriale nel campo della poesia, ci ha convinto che la poesia è principalmente libertà di espressione della parola ad onta di ogni accademia, scuola, corrente, movimento, circolo, conventicola o semplici amici di taverna. La poesia è libertà della parola al punto tale che, anche nel parlare popolare, quando si incappa in un’espressione non deputata o addirittura in un evidente strafalcione grammaticale o lessicale, si usa dire per celia che si tratta di una licenza poetica, per sottolineare che al poeta è concessa qualsiasi libertà di espressione, anche il conclamato errore. Lo stile è sempre uno scarto dalla regola, perché il rispetto dei canoni si chiama liturgia, che fa, sì, assonanza con poesia, ma non si va più in là di tanto. Tuttavia, è pur vero che se il mare e il cielo sono le massime espressioni della libertà, si dice che ogni cielo ha le sue autostrade celesti e che ogni mare ha le sue rotte sperimentate. Ciò accade perché ogni libertà adotta un suo linguaggio espressivo per differenziarsi dalla licenza, dall’arbitrio o dal caos. Consapevoli di questi due fuochi di riferimento della scrittura ellittica (il primo fuoco è la libertà e il secondo è l’adozione di un linguaggio espressivo della libertà) abbiamo composto questa seconda antologia dei poeti partecipanti al concorso de I MURAZZI, con l’intento di rappresentare nel modo più completo e fedele possibile l’insieme dei poeti che hanno partecipato al concorso.
L’antologia è prova che la poesia della tradizione è quella tuttora più diffusa. Per essa intendiamo quella poesia che fa riferimento qualificante alla memoria letteraria del Paese, e che di conseguenza non può essere scritta e neppure essere apprezzata fino in fondo da chi legge se non si possiedono dei riferimenti di base della collocazione letteraria, nonché almeno qualche nozione della tradizione in fatto di scrittura in versi, al minimo qualche figura retorica e qualche fondamento di metrica. La poesia definita della contemporaneità, invece, è quella che sostituisce il riferimento della me­moria letteraria con una precisa priorità di comunicazione e di conformità del messaggio e che risulta praticamente ap­piattita su una nozione di “presente cosmico”, come se il passato e il futuro si cementassero in un amalgama indistinguibile dall’attualità dei fatti. Questo tipo di scrittura si va dif­fondendo sempre di più, anche se al momento attuale è se­condaria rispetto a quella della tradizione. Infine, la scrittura definita del pensiero poetante si pone come principale ob­biettivo un’istanza gnoseologica di conoscenza o di negazione della conoscenza del mondo, con un’ascendenza sovente sviluppata verso il metafisico, ma anche verso il simbolico e, in tempi recentissimi, verso la psicanalisi e l’estetica. Certamente è la scrittura poetica meno frequentata, anche per le difficoltà impervie di documentazione che essa comporta. Non è da credere che i tre capi d’area che sono stati individuati dal curatore dell’Antologia si possano incoronare come i poeti migliori e più significativi fra quelli inclusi in ciascuna delle tre aree indicate, perché è certo che nessun poeta può essere classificato in base a tre testi estrapolati dalla sua produzione. Tuttavia, è certo che i tre testi presentati dai rispettivi autori sono tra quelli che realizzano al meglio le intenzioni esemplificative del curatore della presente antologia. Cioè non si va più in là, nell’attribuzione dei meriti, se non di quelli attinenti alla valutazione di natura soggettiva del recensore, senza per altro ponteficare sul valore oggettivo del Poeta all’interno della poesia nazionale.

Sandro Gros-Pietro

 

 

Area della Tradizione
Antonio Damiano

Le poesie proposte da Antonio Damiano danno chiara contezza dei suoi omaggi di devozione e di valorizzazione alla più recente tradizione letteraria italiana di fine Ottocento e di tutto il Novecento, consistente nell’anteporre alla composizione del testo l’elaborazione puntigliosa e sontuosa di un opportuno linguaggio poetico da ingaggiare in esclusiva per la poesia: la scelta delle parole cui il poeta attribuisce cittadinanza poetica è l’ossessione letteraria che regna sovrana da Pascoli a Montale e fino oltre. Ovviamente, il linguaggio condiziona anche l’argomentazione e si collega alle forme e ai contenuti della poesia. Ne deriva che il controllo del poeta si estende come attenzione maniacale a ogni modo di essere del si­gnificante immesso nel testo, che dovrà rispondere a una precisa e determinata esigenza unica di significato. L’atmosfera che Damiano sviluppa nelle sue poesie è dunque quella di una sovrabbondanza lussureggiante di nostalgia e di bellezza, come avviene nelle più famose pellicole di Luchino Visconti: un inno alla bellezza celebrata nella ricerca della perfezione descrittiva e interpretativa di ogni singolo oggetto illuminato sulla scena del mondo ricostruita dal Poeta.

Franco Andreone • Mario Aldo Bitozzi • Maurizia Cavallero • Giulio Cerrato • Carmelo Cossa • Serena Angela Cucco • Corrado Dell’Oglio • Paolangela Draghetti • Angela Gesuè • Domenico Novaresio • Fabrizio Olivero • Giuliano Papini • Aldo Sisto • Beatrice Varetto • Rosario Ziniti

Area della Contemporaneità
Paola Cenderelli

La limpida e asettica poesia antilirica di Paola Cenderelli, come espressione di denuncia dell’ossessivo pragmatismo della vita moderna, diviene rappresentazione esemplare di fatti, idee, sentimenti, nella evanescenza di un disegno armonico di orientamento della pienezza della vita verso i valori profondi della comunione umana. Il dettato prosodico assurge a modello della poesia contemporanea, in specie di quella definita “metropolitana”, caratterizzata dallo sguardo di un “poeta senza cielo e senza stelle”, e calamitato all’elencazione spiccia degli elementi affastellanti la quotidianità, tra oggetti e pensieri, tra sogni e incubi, piaceri e nevrosi, nel vortice di storie anonime di gente comune.

Franca Balsamo • Nunzio Buono • Marino Cattaneo • Fabio Dainotti • Sabina De Mori • Anna Ferrarazzo • Giuliano Gemo • Adriana Mondo • Lorenzo Oggero • Roberta Ottaviani • Stefania Pellegrini • Lorenzo Piccirillo • Nicola Romano • Veronica Silvia Rosso • Lucia Grazia Scalandra • Teresa Tartarini Bettelli • Luciano Tricarico

 

 

Area del Pensiero Poetante
Anna Elisa De Gregorio

Anna Elisa De Gregorio propone tre poesie che potrebbero essere accolte come un trattato di estetica sui fondamenti della bellezza nonché sulle possibilità della emulazione e/o creazione artificiale ovvero artistica della bellezza. Le correspondences tra la pittura e la poesia non solo richiamano l’ut pictura poësis di Orazio ma sembrano insistere sull’indescrivibilità del mondo, cioè sull’indicibilità del reale e, quindi, sull’unica possibilità di creare la finzione dell’arte come descrizione e interpretazione della vita. I tre pittori che vengono offerti ai lettori di questa antologia da Anna Elisa De Gregorio sono dei maestri sia della descrizione realistica sia della ricerca dell’altrove: la poetessa ricostruisce l’esprit della loro opera e il contesto storico in cui l’idea artistica ha preso forma, ma in realtà essa sta facendo tutt’altra cosa, e cioè sta scrivendo una poesia che è “cosa” totalmente autonoma dal ritratto che sta commentando, come avviene nelle tele di Magritte che fondono e che confondono la creazione e l’emulazione di un paesaggio all’interno dello stesso quadro.

Maria Ebe Argenti • Raffaella Bettiol • Giovanni Caso • Carmelo Consoli • Silvia Cusumano • Giacomo Giannone • Elena Lometti • Adriano Molteni • Anna Santarelli

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