Introduzione

Il romanzo La Spia del Titanic sprigiona uno straordinario bouquet di aromi da assaporare lentamente seguendo il dipanarsi delle vicende del protagonista, Totò, un agente segreto italianissimo coinvolto negli intrighi d’inizio Novecento. Ed è proprio lo spionaggio nostrano degli albori il bacino poco conosciuto nel quale Adelfo Maurizio Forni costruisce il suo ottavo libro.
Sfuggente, indefinibile e nato scugnizzo, il ragazzo entra in un mondo invisibile in cui si trova a cambiare il corso della storia apparentemente senza lasciare traccia. Cade sempre in piedi sfoderando un signorile lato umano che lo distingue da tutti i suoi omologhi. Grazie a un’attitudine descrittiva dal piglio impressionista, Forni ci porta letteralmente a seguire Totò in ogni sua trasformazione, tra pericoli e colpi di scena, fino al 1945. Tutto ciò, spaziando tra le voci del Rione Sanità, le atmosfere speziate d’oriente o il brulicare delle carrozze e delle prime auto che percorrono le strade di New York.
La vicenda è in continuo movimento, alimentata da una buona dose di suspense volutamente vecchio stile per coerenza con la trama. Proprio in questo si rivela ancora una volta la personalità di Forni, attratta dall’estetica e dalla varietà umana di certi mondi che benissimo sa ricreare, e sempre grazie a questo si avverte qualcosa in più da parte dell’autore: l’aver rielaborato in modo inedito e personale – forse proprio grazie ai suoi trascorsi di appassionato lettore – la lezione dei grandi narratori di spionaggio, dal Rudyard Kipling di Kim in poi. Intriganti anche i dettagli e le ambientazioni, che ci riportano con la mente ad alcuni dei più celebri gialli di Agatha Christie. Degni di nota la descrizione di Marsiglia e di Aleppo, quella dei dolcetti siriani o del quartiere degli ebrei chassidici di Brooklyn.
In questa spy story dal tocco sofisticato, Forni riesce a mescolare con sicurezza finzione e verità storica, portando addirittura il protagonista a bordo del Titanic e fra le tensioni della Prima Guerra Mondiale grazie a uno studio attento del periodo narrato. La vicenda che ne deriva appare così, fin dalle prime pagine, avvincente ed elegante senza alcun cedimento alle tonalità noir, animata da uno sguardo cinematografico che sembra far scorrere fotogrammi di un film d’epoca.
Con La Spia del Titanic lasciamoci dunque accompagnare in quel luogo dell’immaginazione dove il passato ancora sorprende e la fantasia fabbrica personaggi tanto accattivanti da sembrare, se non veri, certamente possibili.

Anna De Pietri

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