Gli esperti sostengono che la favola di Cenerentola risale all’Antico Egitto, ai tempi dei faraoni, per cui ne esistono versioni di ogni genere, sparse un po’ in tutti i Paesi d’Occidente e d’Oriente, ma certamente, oltre a quelle di Charles Perrault e dei fratelli Grimm, quella che è universalmente più nota è la versione cinematografica realizzata da Walt Disney nel 1950, divenuta patrimonio universale dell’umanità.
Generentola di Veronica Silvia Rosso trae il suo nome da una felice intuizione di Giulia, la ragazzina figlia di Alice, protagonista del libro. La ragazzina deve avere detto qualcosa come: “Mamma, ma perché non chiami il tuo libro Generentola?” Un’idea fulminante simile alle trovate di Archimede, che gli facevano esclamare: “Eureka!” Veronica Silvia Rosso stava, in effetti, scrivendo un libro, in gran parte riferito alla vicenda vera della sua vita. Nel libro raccontava la storia di Alice, che, per dirla alla Fernando Pessoa, altri non sarebbe che l’ortonimo della scrittrice stessa, ma opportunamente rifratta in uno schermo parallelo, cioè un shenal, come si costumava ai tempi di Dante. Alice trova subito, già all’inizio del libro, il suo Principe Azzurro, che si chiama Luigi: i due si incontrano il giorno in cui Alice si laurea, e si innamorano perdutamente – anche senza scarpetta di cristallo. Rimangono fidanzati per quattro anni, perché Luigi è un giovane Ufficiale in carriera dell’Esercito Italiano, e deve seguire dei percorsi di addestramento in differenti sedi. Finalmente si sposano: Luigi assume il ruolo di Militare e Alice quello di Moglie del Militare, cioè di Generentola. I due sposi diventano genitori di una bellissima bambina, Giulia, che ben presto si segnala a scuola per la sua bravura. Il Militare rappresenta lo strumento di forza lavoro che provvede al sostentamento della famiglia, ma Generentola rappresenta l’anima profonda che pensa, agisce, si arrabatta quotidianamente, tra crisi di panico e momenti di autentica gioia, per difendere e per fortificare le “retrovie familiari” in cui il Militare appena può si rifugia, a suo dire, “per recuperare le capacità operative”.
Il libro è un radioso racconto dell’impegno ad alto livello di un Ufficiale di prestigio del nostro esercito, sempre spedito in missioni pericolose, tra Libano e Afganistan, o addestrato per tre anni a Norfolk in Virginia, con famiglia al seguito. L’arma segreta del Militare è ovviamente la Moglie del Militare, dicasi Generentola, schierata a difendere e a costruire la felicità e la serenità quotidiana della famiglia. Lo farà in mille modi diversi, dimostrando una strategia di impiego delle risorse umane che avrebbe suscitato l’ammirazione del Generale Patton. Il libro diviene anche un manuale di consigli e suggerimenti per tutte le Generentole italiane, sparse per il Bel Paese o nelle sedi estere delle nostre Forze Armate. Generentola è un raro libro della letteratura italiana che parla dell’esercito ed è scritto da una donna che ha come obbiettivo principale vincere le guerre combattute per il trionfo totale dell’amore domestico.

Sandro Gros-Pietro