L’uomo delle civiltà avanzate dell’attuale terzo millennio non è detto che inizi e che concluda ogni giorno rivolgendo il pensiero alla Divinità, con una preghiera, un rito, un’espressione votiva, come hanno fatto i suoi antenati per oltre quaranta secoli di civiltà nelle terre mediterranee, in cui noi tuttora abitiamo.

Tuttavia, è certo che nel tempo attuale, ogni uomo inizia e conclude lo stato di veglia, per ogni giorno che passa, con una riflessione a specchio condotta nel profondo dell’anima: si chiede il significato di ciò che ha fatto e degli accadimenti di cui ha ricevuto notizia dagli altri paesi della Terra; se ne chiede le cause, il significato, le prospettive che si aprono o che si chiudono; si interroga sui valori a cui affidarsi e sulle speranze da coltivare.

Ogni giorno l’uomo delle civiltà multimediali e progressiste, cosiddette avanzate, contempla la sua solitudine di declino entropico, naturalmente orientata verso il personale ultimo giorno, tra gioia e paura, fiducia e scontento, razionalità e furore, dedizione e cinismo, amore e odio, alla ricerca di sé stesso e di immedesimazione, nell’immenso collettivo di altri dodici miliardi di uomini, interagenti con lui e coabitanti sulla Terra, nell’esatto periodo del suo stesso passaggio sul Celeste Pianeta.

L’uomo multimediale riflette sull’io personale e sull’io collettivo, sull’immensa forza propulsiva del rapporto concausale vita-morte, nelle funzioni di creazione e di distruzione. Il suo animo si riempie di circostanziate analisi e di arditi sogni, di straboccante amore e di maliziose ironie, di meticolosi calcoli e di arditi azzardi. Nella solitudine delle sue riflessioni, l’uomo vive in una dimensione spaziale senza la forza di gravità del pensiero razionale che lo incatena al suolo, ma piuttosto fluttua come l’astronauta nello spazio, in una condizione di tempo liquido e di spazio indistinto.

In quella precisa situazione, ogni uomo diventa Poeta e compagno di avventura di tutti i Poeti che lo hanno preceduto e di quelli che arriveranno in successione a scrivere altre poesie. La Poesia muove il sole e le altre stelle, poiché lo scrive il Poeta che l’Amor move il Sole e le altre Stelle, per fare intendere che è Dio a rappresentare per antonomasia il concetto poetico espresso da l’Amor. Nella formulazione poetica di Dante, la Poesia diviene espressione della umana visione di Dio, cioè diviene la raffigurazione più alta e più nobile che il pensiero umano sia in grado di formulare.

La Poesia è espressione del pensiero umano che si muove in un tempo liquido, in continua espansione entropica, verso una decadenza umanamente incalcolabile, esattamente quanto lo è l’universo della creazione. In tale spazio trova sistemazione sia l’immensamente microscopico del millimetrico spazio individuale sia l’illustrazione fantastica dell’immensità dei massimi sistemi.

Ogni giorno di ogni anno –ossia Tutidì, con formula di approccio dialettale e ordinario– la Poesia ci è amica confidenziale, diario quotidiano del nostro animo e della nostra fantasia, perché è lo specchio eterno dell’immensità durevole della nostra caducità.

Sandro Gros-Pietro

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Ottobre

Collana

Curatore

Sandro Gros-Pietro

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