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Autore: Gaetano Alessi
Editore: Genesi Editrice
Formato: libro
Collana: I Frombolieri,
Pagine: 64
Pubblicazione: 2010
ISBN/EAN: 9788874142286
PREFAZIONE
Ciò che balza immediatamente agli occhi, negli scritti di Gaetano Alessi, è la forma volutamente anticata, cioè afferente a una modernità sospesa in un’atmosfera classicheggiante, carica di nostalgia per i modi di dire oggi caduti in disuso, come fossero le parole tronche o le costruzioni inverse, ma fatti rivivere nella magicità di un linguaggio che sembra farsi beffe del tempo che passa. Si tratta di un verseggiare costruito ad arte per collocarlo al di fuori della comunicazione ordinaria e quotidiana, come per sottolineare che ciò che esprime la poesia è un valore speciale e raro, tale da non dovere essere confuso con la comunicazione spicciola dei rapporti usuali. Al contrario, Gaetano Alessi intende dirci che nella poesia c’è il tesoro profondo delle cose, c’è il seme originario della vita che fa lievitare pienamente la farina nei forni, trasforma in pane di cui cibarsi i crudi chicchi di grano dell’esperienza. Vorrei non semplificare troppo se arrivo a dire che tutta la poesia di Tano – così il poeta è chiamato dagli amici – è un lievito che rende gustoso e adorabile il pane di cui ci cibiamo. Tano attraverso la sua poesia ci insegna a gustare fino in fondo, con una pienezza che ha l’appagamento quasi della fede religiosa, i fatti dolci e terribili della vita, i caratteri sereni e inquieti delle persone, i destini gioiosi e tragici dell’esistenza. Nel lungo viaggio di esperienza che il poeta ha compiuto passando attraverso i labirinti inestricabili delle umane avventure, come sottufficiale di polizia ha conosciuto l’operare umano sia nei delitti sia nei meriti, Tano si è sempre conservato in mano una sorta di filo rosso di Arianna che gli ha permesso di orientarsi nei labirinti insidiosi della vita. Il suo filo rosso è l’orientamento verso la generosità, l’altruismo, la bontà, la bellezza, la difesa dei deboli, il soccorso degli infelici, la difesa degli inermi, specialmente dei fanciulli, che si affacciano senza peccato e senza esperienza sul mondo cinico e terribile degli adulti. Così, tutta la poesia di Tano è percorsa da un fremito che funziona come una corrente bipolare e binaria: un polo è l’incantamento e il secondo polo è l’indignazione. Il poeta è incantato per tutto ciò che è armonia, ordine, colore, musica, bellezza, giustizia e bontà, ed è indignato per tutto ciò che è caos, grigiore, disarmonia, orrore, ingiustizia e violenza. La bipolarità di Alessi è riproposta anche in termini geografici, infatti il suo cuore per metà batte per la patria nativa, la Sicilia, l’isola più grande e più bella di tutto il mare Mediterraneo (sia detto con buona pace dei Sardi, che abitano un’isola di pari bellezza, ma seconda per dimensione). Ma il suo cuore batte di altrettanto amore per il Piemonte e in particolare per Torino, che è divenuta la sua patria di adozione. Questo bipolarismo del gusto e degli affetti ha permesso a Tano di costruire nella sua poesia una grande lezione di civiltà e di cultura, il superamento delle barriere dell’egoismo e del provincialismo, la realizzazione di un sentimento di appartenenza cosmopolita all’umanità in cui viviamo immersi, ma non sommersi, accomunati ma non mai dispersi o privati di identità. Al contrario, se si legge con attenzione il bel libro di poesie di Tano, si vedrà che la ricerca delle radici identitarie e delle fonti originarie della nostra cultura è sempre un impulso positivo all’impegno e alla gioia della scoperta e della valorizzazione. Tano ama sentirsi unico e irrepetibile in un mondo e in un modo fatto di pari meriti e opportunità. La sua poesia, allora, ci appare straordinariamente bella e saggia, proprio perché è ispirata alla modestia rivolta verso di sé e al grande rispetto rivolto verso il prossimo: diviene una lezione di convivenza civile e di orientamento verso la felicità di tutti.
Sandro Gros-Pietro
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