Emanuele Occelli è nato a Dronero (Cuneo) il 25 luglio del 1926 ed è morto a Torino, circondato dai suoi cari, il 5 novembre 2017.
Figlio di un segretario comunale e di una casalinga, ha seguito le vicissitudini paterne nei numerosi trasferimenti in varie località del Piemonte e ha frequentato le scuole elementari a Busca, Priero, Tenda, Saluzzo, il ginnasio e il liceo classico a Cuneo. Conseguita brillantemente la “maturità”, si iscrisse alla facoltà di Lettere Moderne dell’Università di Torino, dove si è laureato nel 1950, discutendo una tesi di letteratura inglese (intitolata: Alcuni aspetti dell’opera di Sir Edward Bulwer Lytton). In precedenza, però, aveva compiuto studi musicali, diplomandosi in pianoforte nel 1947 al Conservatorio “G. Verdi” di Torino.
È stato allievo di Luigi Pareyson, per la filosofia, e di Sandro Fuga, Rodolfo Carando, Carlo Zecchi, Giuseppe Piccioli, Renzo Silvestri e Arturo Benedetti Michelangeli, per il pianoforte.
Inviato speciale del quotidiano Il Popolo Nuovo di Torino al Festival Musicale di Salisburgo, è stato ammesso, nel contempo, seguendone i corsi, alla Scuola di Perfezionamento pianistico presso il Mozarteum.
Ha iniziato nel 1951 una breve ma intensa attività concertistica in qualità di solista, suonando alla RAI e in varie città d’Italia e d’Olanda (Amsterdam e L’Aia, rispettivamente all’Auditorium del Contergebouw e alla Sala Diligentia) e poi in duo con la moglie Carla Sallustio, pianista, sposata nel 1954. Nel 1955 è nato il figlio Gian Paolo.
Dopo aver insegnato per quattro anni Pianoforte complementare al Conservatorio di Torino, nel 1959 si è trasferito a Foggia, per insegnarvi Pianoforte principale fino al 1963. Nel 1964 ha insegnato per un anno al Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli. È ritornato, infine, al Conservatorio di Torino, dove ha svolto la sua attività didattica fino al 1995.
Si è sempre occupato di letteratura e, in particolare, di poesia. È anche stato consulente musicale alla RAI-TV presso le sedi di Milano e di Torino, e ha vinto oltre venti primi premi letterari nazionali e internazionali, tra cui il “Minturnae”, il “Sandro Penna”, il “Gargano”, il “Casentino”, “L’Autore per l’anno 2000”, oltre a diversi secondi e terzi premi importanti.
Un’ampia ricerca sulla sua poesia è contenuta ne Il leggio incantato di Silvio Bellezza (Torino, Genesi, 1992), ne Il sogno condiviso di Lorenzo Morandotti (Salerno, Ripostes, 1993) e in Hebenon di Sandro Montalto (Burolo, Joker, 2003).
Ha pubblicato nel 1994 La stagione dei versi tristi e nel 2016 Oniricon. Sogni e Illusioni della Poesia, entrambi in edizioni Genesi.
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