Marzio Banfi è nato a Bellinzona nel 1945. Ultimati gli studi secondari segue corsi di meccanica e di commercio, corsi preuniversitari a Losanna, quindi l’Istituto di Giornalismo e la Facoltà di Lettere all’Università di Friburgo, alternando periodi di lavoro in varie professioni. La prima menzione letteraria risale al 1963, in età ancora giovanissima. Dal 1970 vive tra Gentilino (Svizzera) e Genova e si dedica alle attività di scrittore e pittore. Ha vinto numerosi premi presso concorsi letterari nazionali ed esteri, fra cui appare opportuno citare la raccomandazione d’acquisto al Concorso per originali televisivi della Televisione della Svizzera Italiana (Lugano, 1970), il 3° Premio ex-aequo al Città di Novara 1971, il Città di Milano 1982 come finalista, il Primo Premio, Trofeo Città di Venezia 1983 e il Premio Firenze 1998, ancora come finalista, nonché il Premio alla Cultura La Quercia d’Oro nel 1982, per meriti artistici e letterari. Numerosi anche i Premi e i riconoscimenti per l’attività di pittore, fra cui citiamo il terzo premio al Grand Prix Mediterranée (Napoli, 1984), le Targhe della Regione del Veneto, della Provincia di Venezia, del Comune di Venezia in occasione dell’esposizione al Centro d’Arte San Vidal, (Venezia, 1989), la Targa Città di Udine per l’attività artistica (Udine, 1998), il Premio speciale alla Carriera Targa Regione Friuli Venezia Giulia, alla XIV Biennale d’Arte Friuli Venezia Giulia (Udine, 2003). Sue opere sono presso la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, al Muzej Grada-Sibenika (ex-Jugoslavia), al Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ’900 G. Bargellini di Pieve di Cento.
Opere in versi: Ed amaro ride il vento (Editoriale Kursaal, Firenze, 1967), Muri e nebbia (Banfi Editore, Gentilino, 1972), La clessidra (Banfi Editore, Gentilino, 1983), Zero aperto (Genesi Editrice, Torino, 1984), Poesie, 1967-1993 (Genesi Editrice, Torino, 1993), Avevi, una poesia e una tecnica mista (Edizioni d’Arte Mauama, Carona, 2004).
Opere in prosa: Impotenza e stupore, romanzo (Banfi Editore, Gentilino, 1974). Opere teatrali: Sul ponte dei perché, versione teatrale dell’originale televisivo omonimo (Cenobio, 3-4, 1975). È inserito in varie antologie e dizionari letterari e artistici, in Italia e all’estero.
Numerose le esposizioni personali e collettive e i cataloghi e le monografie pubblicate in queste occasioni, fra cui citiamo: Marzio Banfi, a cura di Paolo Rizzi e autori vari (Electa Editrice, Milano, 1985), Marzio Banfi, a cura di Franco Solmi (Electa Editrice, Milano, 1989), Marzio Banfi, I viaggi di Marzio, a cura di Giulio Ghirardi (Ca’ di Sotto, Gentilino, 1991); Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea Città di Firenze (Edizioni Arte Studio, Firenze, 1997); Marzio Banfi, Gli scenari dell’inconscio, 2000-2003, a cura di Giorgio di Genova, in occasione della mostra al Museo delle generazioni italiane del ’900 G. Bargellini a Pieve di Cento (Edizione Bora, Bologna, 2003); XXX Premio Sulmona (Circolo d’Arte e Cultura il Quadrivio, Sulmona, 2003), con scritto di Giorgio Di Genova; Collezione Generazione anni Quaranta Catalogo delle Collezioni permanenti no. 7, in occasione dell’inaugurazione dell’esposizione, Museo delle generazioni italiane del ’900, Pieve di Cento (Edizione Bora, Bologna, 2005).
Profilo critico: “(…) Mi sembra che la sua opera poetica sia degnissima di attenzione e debba essere tenuta presente parlando dell’attuale stato della poesia in Italia. (…) ” (Giorgio Bárberi Squarotti, Torino, 21 giugno 1983).
“(…) Marzio Banfi è poeta di essenziali, decise, rapide figurazioni, che sono ora impressioni di luoghi, persone, momenti del tempo e della vita, ora folgorazioni di pensiero, visioni, concetti, moti dell’animo. All’origine c’è sempre uno scatto di meraviglia, che deriva dalla sorpresa che è continuamente la realtà imprevedibile quando appare allo sguardo e altrettanto incalcolabile quando, poi, sparisce, magari per sempre, in un vuoto e in un nulla in cui la parola non può spingersi se non per verificarne l’insondabilità. (…) è un discorso prosciugato all’estremo, quello, di Banfi, che nulla concede al racconto, nulla all’indugio del ritratto, nulla alla costituzione del mito, (…)” (Giorgio Bárberi Squarotti, dalla prefazione di Poesie, 1967-1993).
E ancora gli scrive Bárberi Squarotti sulla pittura: “(…) La sua opera pittorica è affascinante, nella continua, inesausta creazione di colori e di forme, come per una visione metafisica che si rinnova di attimo in attimo.(…)” (Torino, 18 luglio 1989).
Si sono occupati della sua opera, tra gli altri: Giorgio Bárberi Squarotti, Gian Luigi Beccaria, Franco Lanza, Franco Solmi, Guido Perocco, Giorgio Di Genova, Paolo Rizzi, Giulio Ghirardi, Enzo De Martino, Virgilio Boccardi, Sandro Gros-Pietro, Liana De Luca, Pier Riccardo Frigeri, Maria Grazia Rabiolo, Dalmazio Ambrosioni.
Numerosi gli scritti su giornali e riviste e i servizi radiotelevisivi.
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