Mario Materassi è nato nel 1935 a Bologna ma si considera da sempre fiorentino. Da venti anni è docente di Storia della letteratura degli Stati Uniti all’Università di Firenze. Ha insegnato a New York e a Roma; gli anni passati negli Stati Uniti lo hanno reso per metà newyorkese, così come anche il Nuovo Messico è per lui un’altra patria d’elezione. Ha esercitato la sua attività critica su quotidiani, riviste e periodici sia italiani che stranieri.
La sua prima raccolta di racconti, intitolata Il romitorio, fu pubblicata a Firenze nel 1989, ma una cinquantina di novelle sono uscite su Paragone, Letteratura, Erba d’Arno, Pietraserena, Rendiconti ecc., e anche in lingua inglese su Blue Mesa Review, Italian Quarterly, The Quarterly. Una seconda raccolta di racconti, Notizie dell’ora morta, è apparsa qualche anno fa presso l’editore Passigli. Alla fine del 2000 l’editore Palomar di Bari ha pubblicato una raccolta di ventuno racconti dal titolo I malaccompagnati.
Nella prefazione Ernestina Pellegrini parla di “racconti di dissonanze, di disarmonie e, come direbbe Gadda, di accoppiamenti poco giudiziosi. Storie messe insieme con frammenti scompagnati, che nascono da una cucitura di frantumi eterogenei di vite anonime, autobiografie o biografie abortite, appena accennate. Un puzzle narrativo di tessere composte a loro volta col gusto del collage, dove le storie non hanno tanto rilievo per quello che vi accade quanto piuttosto per il potenziale dentro al quale il fatto rappresentato si iscrive. È dalla pressione che le cose escluse fanno sull’accadimento che si esprime il nucleo originale del racconto — e questa storia non avvenuta, non esplicitata, non afferrata dai ‘malaccompagnati’ è una storia più vera, più autentica, di quella che viene narrata e che è l’unica, in fondo, che i protagonisti riescono sordamente a vivere e a sopportare”.
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