Liliano Lanzi è nato a Reggio Emilia nel 1924 e si è improvvisamente spento ad Albenga, il 21 aprile 1998, poco dopo avere concluso l’ultima sua opera teatrale, Radici al vento delle stelle, di cui non ha potuto ultimare la correzione delle bozze.
Si è laureato in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, discutendo la tesi sul Pensiero filosofico e politico di Giacomo Leopardi, con il suo Maestro Mario Apollonio, il quale successivamente volle prefare il suo primo libro di versi, La casa delle foglie morte.
È presente nel I volume della Storia della letteratura italiana: il secondo Novecento (Miano, Milano, 1993) e nella seconda edizione aggiornata del Dizionario Autori italiani contemporanei, dello stesso editore, e in altri dizionari e cataloghi editi e negli annali del Premio Internazionale UNICEF 1959.
In trenta anni di attività letteraria, ha vinto molti e prestigiosi premi nazionali e internazionali e ha collaborato a giornali e riviste italiane e straniere, con articoli letterari.
Il suo nome figura su centosessantacinque antologie e sue poesie sono tradotte in francese, spagnolo, inglese, neerlandese.
In prosa ha pubblicato Tutti possiamo essere angeli (romanzo irlandese); Novelle romantiche; Giovinezza radiosa (racconti e novelle); Flok, storia di un cane prodigio; La bimba dai fiori di pane (Primo premio internazionale UNICEF 1960); Piccolo mondo perduto (romanzo); Il calumeto magico(romanzo sulle civiltà precolombiane); Il ragazzo dell’autodromo (romanzo); Il tempo dei baci sugli occhi (racconti).
Per il teatro ha pubblicato Venezia, concerto d’addio (3 tempi); Il sole nel pozzo (originale televisivo); Mezzanotte nella baia (3 tempi); L’angelo di vetro (soggetto, dialoghi e sceneggiatura per un film); Il fulmine sul labirinto (originale televisivo); Beatrice Cenci (3 atti); Navi senza stelle (2 tempi); Radici al vento delle stelle.
Per la poesia ha pubblicato La casa delle foglie morte; Il vascello di vetro (3 poemetti); Poesie d’amore e di morte; Amore senza tempo (3 volumi); I giorni dello splendore; Sacre foreste, campi in fiore, vergini acque; L’arcipelago dell’arcobaleno; Il vento, i pini, il mare e il nostro giovane amore; L’uomo d’oggi è un’isola; Un sortilegio d’amore; Sulla crosta della Terra; Il ragazzo del Wind-Surf; Un sortilegio d’amore; Le stagioni della vita all’ombra della morte.
Hanno scritto di lui Elio Andriuoli, Mario Apollonio, Giorgio Bárberi Squarotti, Silvio Bellezza, Bianca Buono, Aldo Capasso, Fulvio Castellani, Enzo Concardi, Franco Conti, Enrico D’Alessandro (regista teatrale e televisivo), Liana De Luca, Giuseppe De Robertis, Giorgio Falossi, Nicolò Gallo, Alfonso Gatto, Giovanni Getto, Sandro Gros-Pietro, Gina Lagorio, Franco Lanza, Bruno Maier, Antonio Mancuso, Guido Miano, Michele Miano, Guido Milan, Pietro Mirabile, Eugenio Montale, Giacomo Oreglia di Stoccolma, Giulio Palumbo, Geno Pampaloni, Salvatore Quasimodo, Maria Rizzi, Nino Scalisi, Elena Tessadri, Luisa Tramontana.
La poesia di Liliano Lanzi nasce da un versante di stupore e di incantamento per la bellezza e per la vastità del creato, nel quale l’uomo appare come l’avvento che pronuncia la maggiore gloria del Creatore, pur nel dramma della sua limitatezza e nel rovello chiaroscurale dei suoi meriti e delle colpe. C’è una luce di fede che illumina sui versi la visione di un approdo di salvazione finale.
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