Eraldo Garello è nato a Ceva (CN) nel 1953. Dopo aver compiuto gli studi classici si è laureato e specializzato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Torino. Parallelamente agli studi scientifici ha da molto tempo coltivato interessi sia letterari che filosofici. Della sua esperienza poetica sono testimonianza il volume di liriche: Poesie d’amore (Roma 1976), e i drammi in versi: Attis e Agdistis (Torino 1989), Polemotrofia (Venezia 1993) e Lo sguardo di Orione (Foggia 1997), una trilogia nella quale l’Autore sperimenta una sua originale visione della “poesia filosofica”. Nel campo della saggistica ha pubblicato Mitofanie (Milano 1987), uno studio che intende interpretare la connessione esistente tra mitologia greca e poesia filosofica, e L’arco di Apollo (in Il pensiero della città, 2000; poi ristampato da Costantino Marco Editore, Lungro 2001, con una prefazione del filosofo Riccardo De Benedetti), un’opera –a cui Maria Grazia Lenisa e Marzia Alunni hanno dedicato una dettagliata monografia- che è rivisitazione e interpretazione dei rapporti che intercorrono tra il mito e la ratio filosofica, con l’intento di proporre una “visione poetica” della Metafisica.
Nel suo ultimo saggio La caverna di Ganimede (Lungo 2008), l’Autore si interroga sulle ragioni più profonde del far poesia alla luce d’un’attenta disamina della riflessione sul pensiero mitologico dei maggiori pensatori di lingua tedesca del primo Ottocento, alla ricerca dell’Ursprache, il linguaggio originario, la lingua primigenia ed adamitica. Una scommessa sulla capacità dell’uomo, nell’epoca della tecnologizzazione avanzata e della globalizzazione, di pervenire all’ “elemento tragico”, a raccontarlo e a trasformarlo. Sottolinea Stefano Zecchi nella sua approfondita prefazione: “ ‘E in questo complesso gioco di relazioni che Hölderlin istituisce i legami più significativi tra poesia e filosofia, cioè tra i due poli vitali attraverso i quali viene a definirsi tutta la sua produzione, in un’avventura del pensiero che Garello ripercorre in tutta la sua interezza e complessità, a partire dalla ricostruzione dei rapporti con le figure più significative che hanno contribuito alla formazione di questa prospettiva, quali Kant, Goethe, Schelling, Hegel”.
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