Veneto di origine, ma torinese d’adozione, Filiberto Ferro si è laureato presso l’Università di Padova con una tesi di logica del linguaggio, in cui sulla scia di Chomsky, formula un’ipotesi originale sulla sintassi “profonda” del linguaggio.
Sempre fedele a questa vocazione logico-linguistica ha operato diverse forme di sperimentazione didattica nel corso della lunga esperienza di insegnante di lettere nei Licei, prima ad Adria e poi a Torino.
Ordinario nei licei, svolge un’intensa attività come critico letterario al Centro studi Mario Pannunzio, in cui si è specializzato soprattutto nella narrativa mitteleuropea e nello studio dei grandi romanzi dell’Otto/Novecento (Robert Musil, Thomas Mann, James Joyce, Fëdor Dostoevskij, Joseph Roth), nonché come collaboratore presso varie istituzioni culturali tra cui l’Università di Torino.
Collabora con alcune riviste culturali (La civiltà dei Licei, Filosofia,Vernice).
Ha pubblicato presso Genesi un saggio critico su Leopardi dal titoloD’amarissimi casi ordine immenso decisamente innovativo che ha suscitato favorevoli consensi e il saggio su Alfieri intitolato La ragione e la colpa. Alfieri su finire della notte.
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