Di padre lombardo-piemontese e di madre toscana, Elisa Magni (detta Lis) vedova Fasiani, è nata a Torino nel 1922 e ha vissuto a Milano fino alla sua morte, avvenuta nell’estate del 2002, in seguito ad un male incurabile.
Diplomata in scultura all’Accademia Albertina, ha tenuto varie mostre di pittura e scultura.
Fra le altre gallerie: Viotti e la Bussola di Torino; Gianferrari, Levi, Schettini, Ponte Rosso di Milano; la Feluca di Roma, la Gérard Mourgue di Parigi.
Suoi bassorilievi sono a Milano sulla scala del Museo di Sant’Ambrogio, nel museo del Duomo, nelle chiese di Sant’Angelo, San Gioachimo, del Carmine, dell’Incoronata; nel complesso di San Marco e in quello del Corpus Domini, presso i frati di Santa Maria delle Grazie.
Sue teste in bronzo sono in due librerie comunali di Milano. La testaIl disperso, 1943, è nel Museo della Permanente.
Sue sculture sono anche nei musei di Varallo-Sesia e Erba, nella galleria d’arte moderna di Gallarate, nelle civiche raccolte di Monza, nel Collegio Borromeo di Pavia, presso i frati della Basilica di San Carlo al Corso, a Milano.
Suoi dipinti sono nel museo di Lecco, nel Museo Ricci Oddi di Piacenza, nella Chiesa parrocchiale di Entrèves in Val d’Aosta, nella quale c’è anche una sua Via Crucis.
Comincia a scrivere versi a dodici anni, quando anche modella un piccolo San Francesco e compone una ninna nanna per pianoforte.
Inizia a pubblicare sulla rivista socialista Momenti, nel dopoguerra torinese. Nel 1977 pubblica da Guanda il poemetto Casa paterna, di cui parla Carlo Bo sull’Europeo del dicembre 1978 e che ottiene il Primo Premio “Pagina” (1984).
Poi pubblica Prime poesie, presso Rebellato 1980, con presentazione di Giorgio Bárberi Squarotti, libro segnalato al Premio Dino Buzzati (1981).
Nel 1982 pubblica Loro e noi, presso la Forum, finalista al Premio Gozzano del 1983.
Nel 1988 escono la raccolta di poesia Taccuino di viaggio, Genesi Editrice, presentata da Enzo Fabiani, segnalata al Premio Manzoni, e la raccolta Strade, balconi, stagioni, per le Edizioni del Leone, presentata da Giuseppe Conte e segnalata al Premio Montale di Roma e al Premio Città di Torino.
Del 1994 è la pubblicazione di Conversazione con un ritratto, poesie presentate dalla Spaziani per Viennepierre edizioni.
Lis Magni ha tenuto un diario dal 1932 al 1945, Il mio zibaldino, pubblicato da De Ferrari nel 2002. Ha scritto una quindicina di raccolte di versi, tre racconti, due commedie, i soggetti per due balletti. Ha composto arie e canzoni.
Ha scritto un libretto d’opera, Dammi la luna! che è stato musicato dal compositore Piero Luigi Zangelmi e rappresentato nel 1997.
Di fronte all’insieme del suo lavoro dice: “Riguardo allo scrivere, la mia intenzione è stata quella d’indurre a meditare; talora divertendo con l’apparenza del gioco. Nella pittura e scultura sono andata verso un cubismo romantico (nonostante la contraddizione)”.
A Lis Magni poetessa hanno scritto espressioni di stima Luciano Anceschi, Attilio Bertolucci, Eugenio Montale, Geno Pampaloni, Giovanni Raboni, Sergio Solmi.
A lei hanno dedicato scritti Elio Filippo Accrocca, Giorgio Bárberi Squarotti, Carlo Bo, Gian Piero Bona, Luciano Budigna, Giuseppe Conte, Enzo Fabiani, Mario Luzi, Giovanni Pacchiano, Ugo Ronfani, Maria Luisa Spaziani, Mario Spinella, Marcello Venturoli.
Di Lis Magni pittrice e scultrice hanno scritto Marziano Bernardi, Paolo Biscottini, Toni Bonavita, Rossana Bossaglia, Siro Brondoni, Luciano Budigna, Luigi Carluccio, Stefania Carrozzini, Alfio Coccia, Raffaele de Grada, Emilio Delfino, Nicola Dessey, Angelo Dragone, Enzo Fabiani, Guglielmo Gigli, Giorgio Kaisserlian, Mario Lepore, Gabriele Mandel, Garibaldo Marussi, Enotrio Mastrolonardo, Mario Monteverdi, Carlo Munari, Armand Nakache, Giuseppe Pacotto, Francesco Poli, Mario Portalupi, Gustavo Predaval, Roberto Sanesi, Ivo Senesi, Giorgio Seveso, Giulio Toesca, Vieri Torelli, Cecile Toumarinson, Marcello Venturoli, Dino Villani.
Nel 2001 la Magni ha tenuto una personale e una collettiva di sue vecchie sculture alla Galleria Zunino di Milano. Ha pubblicato un testo autobiografico Le immagini illuminate presso De Ferrari editore e un libro di viaggi presso la Viennepierre edizioni dal titoloConsiderazioni semiserie d’una viandante d’oggi. Inoltre una serie di epigrammi (Quasi divertimenti 1960-1985), ed. Genesi e tre raccolte di versi (dal 1949 al 1970) dal titolo Tra sì e no, Scheiwiller.
Nel 2001 è stata rappresentata a Rapallo la sua commedia Il ponte di Alice. E sul finire di tale anno sono usciti un libretto di versi non recenti, Ariette, frottole e proverbi, Genesi, e un racconto autobiografico, La realtà dell’invisibile (prefato da Giuseppe Conte, ed. De Ferrari), che ha vinto il premio di narrativa a Milano del 2002.
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