Maria del Turco è nata a Messina e risiede attualmente a Fiesole. Ha studiato Lettere e Filosofia all’Università e ha partecipato frequentemente a conferenze e a dibattiti presso diverse associazioni culturali e letterarie.
Ha pubblicato due raccolte di poesia: Parole (1974) e Ellittiche (1987). Nel campo della narrativa ha scritto Album di viaggio (1987), I giorni (1997) e Violenza (1998). Sia per la poesia sia per la produzione letteraria in prosa ha ottenuto numerosi premi.
Nel 2002 la Genesi Editrice di Torino ha pubblicato il suo romanzo Radiografia di un soliloquio, con prefazione di Dacia Maraini. Commenta la nota scrittrice nella sua introduzione al libro: “Il romanzo finisce come è cominciato, con una, anzi più domande sulla necessità dello scrivere libri d’amore e quindi sulla necessità stessa dell’amore […] Il libro non vuole sciogliere un mistero per quanto ci si addentri in esso fino alla perdizione, non vuole dare spiegazioni né sociali né psicanalitiche, non vuole nemmeno dare giudizi, ma si limita a prendere in considerazione e a descrivere con delicatezza oggettiva una curiosa contraddizione: la resa passiva all’altro e nello stesso tempo la ricerca attiva, affannosa, irriducibile di un consenso che non c’è, in un rapporto d’amore zoppo, privo di giustificazioni e di necessità ma non per questo meno profondo e necessario”. A sua volta scrive Sandro Gros-Pietro: “La vicenda dell’amore di Cristina e di Cesare è un riuscito esempio di fusione del moderno con la tradizione del passato, perché mescola da un lato il femminismo risentito alla Erica Jong e il gusto della psicanalisi alla Woody Allen con, dall’altro lato, l’eco ritrovata del romanzo epistolare ottocentesco, in quanto Cristina è solita scrivere per lettera le impressioni dei suoi convegni d’amore con Cesare e noi, nel romanzo, leggiamo ampi brani di tali lettere”.
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