Giovanni Barricelli nasce a Benevento nel 1922, in una famiglia di buona condizione sociale. Si avvia agli studi di legge, diviene notaio ed esercita la professione nella sua città. Si mantiene in disparte nel dibattito poetico nazionale, ma coltiva con discrezione a livello cittadino i migliori ambienti di cultura, tra scrittori e pittori. Per molti anni non pensa a pubblicare. Il suo primo libro di versi esce nel 1970 e segna l’inizio di una straordinaria stagione creativa, in età matura, che ha pochi altri casi di paragone nella letteratura contemporanea, come è avvenuto per i siciliani Andrea Camilleri o Lucio Piccolo.
È deceduto il 15 gennaio 2016 nella sua Benevento.
La sua produzione poetica si divide in due emisferi quasi autonomi e indipendenti l’uno dall’altro, che segnano periodi sostanzialmente equivalenti per durata, per quantità e per qualità d’invenzione poetica. Il primo periodo, interamente dedicato all’epica e alla storia, anche nella dimensione delle figure comuni e anonime ovvero familiari e autobiografiche, va dall’opera dell’esordio, Il notaio mostro, del 1970, fino al libro di ricapitolazione e di bilancio del primo percorso produttivo, Tuttamaro, del 1986. La seconda fase, totalmente dedicata alla celebrazione del mito nella purezza del canto dell’età dell’oro e del mondo ellenico, inizia con Da Archiloco a Saffo, del 1989 e si conclude negli anni più recenti con l’ultimo libro pubblicato, A Saffo dalle trecce viola, del 2001. Nel 2007 pubblica i Canti della storia e del mito e Il paradiso delle nevi, nel 2009 La cerimonia di inventare il vero e nel 2010 La novazione poetica del mondo.
I Canti della storia e del mito rappresentano la più completa raccolta della produzione di Giovanni Barricelli fino a ora edita. I Canti non arrivano tuttavia a comprendere la totalità della produzione poetica, ma si avvicinano di molto, e più di tutto compongono la prima collezione ordinata e criticamente ragionata dell’intera opera dello scrittore beneventano.
Il valore di Giovanni Barricelli nella poesia italiana dell’ultimo quarto del secolo scorso e di inizio del ventunesimo deve ancora essere quasi totalmente rivalutato e soppesato criticamente nel contesto storico. Anche se grandissima è stata la promozione premiale e pubblica ricevuta dalle sue opere, c’è ancora molto da fare circa la giusta sistemazione che l’invenzione barricelliana si merita nella storia letteraria di questi anni, come autore che ha riscoperto con anticipo il valore dell’affabulazione esemplare ed epica della poesia e che ha realizzato con splendore d’artificio la ricostruzione e rivitalizzazione virtuale dei testi del passato, riferita ai tempi del mito dell’antica Grecia.
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