Nato nel 1887 a Salisburgo, Georg Trakl concludeva la sua breve, tragica esistenza sul fronte orientale nel 194, nei primi mesi della Grande Guerra. La strage che l’artiglieria russa compì a Grodek, in Galizia, del reggimento austriaco dove egli prestava servizio nella sanità, scatenò nel giovane una crisi psichica che si conlcuse, nel reparto psichiatrico dell‘ospedale militare di Cracovia, con la morte, probabilmente intenzionale, a seguito della assunzione di una overdose di cocaina. Il ricorso frequente agli stupefacenti e il consumo sfrenato dell’alcool, avevano accompagnato la vita del poeta fin dagli anni dell’adolescenza. Rifiutato dalla società borghese della sua città natale, punito dall’insuccesso scolastico, confinato in una precaria posizione professionale come assistente farmacista, Trakl ebbe per di più a soffrire di un deficit di affetti familiari cui cercò compenso nel rapporto incestuoso con la minore sorella Grete, che lo accompagnò durante tutta la vita e di cui rimangono vistose tracce nella sua opera poetica.
La poesia di Trakl, sensibile all’influsso di grandi classici tedeschi (Hölderlin, Novalis), dei simbolisti francesi (Baudelaire, Rimbaud), e ancor di più dell’espressionismo letterario e artistico tedesco, di cui egli è uno degli esponenti più qualificati, si caratterizza per una eccezionale concentrazione concettuale e linguistica, e per una sperimentazione formale che lo porta a praticare le più varie forme ritmiche, dal sonetto alla quartina all’elegia in versi liberi. La sua opera poetica è al tempo stesso una testimonianza della crisi profonda del mondo mitteleuropeo agli inizi del Novecento, e il prodotto di una introspezione profonda e spietata, pur nel costante occultamento dell’io poetico, celato sotto le spoglie del “solitario”, dello “straniero”, ma anche del “dormiente” o del “risonante”. Siamo spesso al limite dell’ermetismo, del linguaggio chiuso e autorefenziale. Pubblicò in vita due libri di poesie e prose liriche (Gedichte; 1913; Sebastian in Traum, 1915), lasciando ampi materiali postumi; i manoscritti attestano la sua costante rielaborazione delle poesie, la incontentabile ricerca di perfezione: di alcuni componimenti abbiamo fino a cinque e sei redazioni divergenti. Una testimonianza diretta di impressionante forza è costituita dal corpo delle Lettere. La notorietà di Trakl, in Italia e fuori d’Italia, è certamente inferiore ai suoi meriti letterari. Nella letteratura tedesca del primo Novecento egli si pone sullo stesso livello dei massimi scrittori, quali Rainer Maria Rilke o Gottfried Benn.
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