Piero S. Costa nasce a Torino nel 1940.
Ex insegnante di Storia e Filosofia, risiede a None.
Con le Edizioni Cultura e Società di Torino ha pubblicato, nella scabra lingua piemontese, i volumi: Arcòrd d’ën tèmp dësbla (1999); E, ’n sla fin, soma ’n cros (2002); Diari ’d n’arnos preuva (2004). Nello stesso anno, le Edizioni Helicon hanno cominciato a seguire e pubblicare le successive opere: da Levò Rudels, d’amor, eterno canto, 2004 a E rinnòvansi lune e Nel sovvenirmi voci, 2010, passando attraverso la rivisitazione del poemetto cavalleresco L’orma “tuttor” d’un cavalier crociato, 2005 e delle varie istanze circa il rapporto tra classicità e modernità: Dialogo con l’elusiva scrittura: ovvero, Diario di Azalais la trobairis e Transiti d’esistenti, 2006; Umana dissolvenza, 2008; A naufragar si va, 2009; E pur violenza siamo, 2010; Di noi ceneri falò e Clown che siàm mistificatór del vero, 2011; Poco dico del tanto mal che siamo, 2012.
Con Genesi pubblica Il precetto del grimpeur, 2012, L’aria di questi giorni, 2015, Le buie stelle, 2016, Ave a chi morituro m’è compagno, 2017 e Versi che stridon come foglie morte, 2017.
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