Pasquale Ciboddo, nato a Tempio nel 1936, insegnante in pensione, è uno dei poeti più noti.
Ha pubblicato le raccolte di poesia Come la tarra nostra, in lingua gallurese con traduzione a fronte; nel 1995 Gente d’Altura; nel 1997 Antichi stupori, in lingua; nel 1998 Viatico per il terzo millennio; nel 2006 In Làcana (sul confine), poesie galluresi con traduzione a fronte; nel 2007 Oltre la perduta terra; per la narrativa nel 1997 Tre racconti di Gallura; nel 2000 Tre racconti di fine secondo millennio; nel 2004 Il teatro degli stazzi di Gallura e nel 2005 Tre racconti tra nord Sardegna e oltre; Stratificazioni poetiche, Edizioni d’Orazio, 2007, Viterbo; Gli Stazzi: epopea d’una civiltà senza tempo, Edes Magnuma edizioni, 2012; Unu sonniu di spiranza, bilingue, poesie, Soter Ed. Villanova Monteleone; Racconti sardi di Gallura, Edes Sassari 2009; La banda del Guercio e altri racconti, Nuova Stampacolor, Sassari 2014. Ha inoltre pubblicato nel 2003 il Dizionario fondamentale gallurese-italiano.
Ha vinto numerosi premi letterari tra cui il Città di Ozieri nel 1985, nonché un premio speciale nel concorso internazionale C.I.A.C. Roma 1980 e il secondo premio Giuseppe Malattia della Vallata, Barcis, Pordenone, nel 1997; nel 2003 il secondo premio al concorso di narrativa Francesco Flora; nel 2004 il primo premio La voce dell’emigrante; ha ricevuto nel 2005 la menzione speciale di poesia Al Nosside di Reggio Calabria; nel 2006 la menzione d’onore al premio internazionale Anco Marzio di Ostia Lido e nel 2007 al Francesco Petrarca e gli Anguillara di Viterbo.
Appare in varie antologie nazionali a cura di Vittoriano Esposito; in diari antologici e nella Storia della Letteratura Italiana – Il Secondo Novecento a cura di Bruno Maier e Franco Lanza, Miano Editore.
Nel 2005, in Polimnia, viene incluso tra i poeti sardi in lingua italiana a cura di Franco Fresi.
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