16,00 €
Autore: Luigi Mazzella
Editore: Genesi Editrice
Formato: libro
Collana: Le Scommesse, 652
Pagine: 224
Pubblicazione: 2021
ISBN/EAN: 9788874148592
Esaurito
INTRODUZIONE E RINGRAZIAMENTI
Secondo un costume introdotto, opportunamente, dagli scrittori anglosassoni, al termine di ogni libro vi sono i “ringraziamenti” dell’autore alle persone che, con proprie osservazioni e con importanti rilievi, hanno contribuito a migliorare la stesura del testo.
In questo volume, ho fatto precedere tali parole a quelle del racconto, perché le ho integrate con altre che rappresentano una sorta di introduzione al romanzo.
Come i miei lettori più attenti e assidui sanno, non solo ho dedicato tutti i miei libri a mia moglie, Ylva, ma ho sempre messo in cima nella pagina dei ringraziamenti il suo nome. E ciò non solo e non tanto per un evidente e naturale atto d’amore, quanto per la totale affinità di pensiero che miracolosamente unisce le nostre due menti.
Io scrivo sotto l’impulso delle idee che mi assalgono di continuo (e mai assalto risulta così gradito!), Ylva legge il libro dopo una sua prima, abbozzata stesura, con il distacco necessario di una mente che vuole e sa essere sempre lucida e razionale. A volte lei tempera i giudizi severi sull’Italia – che, a mio giudizio, ha colpevolmente, più di ogni altro Paese mediterraneo, abbandonato il “meraviglioso antico leopardiano” delle sue origini greco-romane per condividere usi e credenze barbariche di un Medioriente culturalmente da essa distante e lontano – perché ama il nostro Paese e soffre per un parere che razionalmente condivide.
In questo libro mi è stata, invece, d’aiuto nell’interpretare la realtà del suo Paese, la Svezia.
In particolare, due fatti avevano colpito la nostra attenzione:
1) recentemente, la stampa britannica ha svelato un aspetto della politica “eugenetica” del partito socialdemocratico (durata sino all’anno 1976!) molto inquietante, ispirata da due premi Nobel Gunnar e Alva Myrdal, militanti in posizione elevata nel partito più di sinistra dello schieramento politico;
2) dal canto suo, Jimmie Akesson, leader della destra svedese, ha dichiarato pubblicamente di avere avuto la necessità di “ripulire” il suo partito di “neonazisti, xenofobi, razzisti e fautori della superiorità della razza ariana” per poter portare avanti, in modo democratico, la sua idea sul cambiamento della legislazione sugli immigrati, ormai disoccupati, in quel Paese, in misura superiore al 19%.
Ovviamente la situazione svedese ci è parsa soltanto come la classica punta dell’iceberg che, nel profondo, ha ben altre dimensioni.
L’intero mondo occidentale è costretto a vivere in un caos ideologico, religioso e filosofico, senza precedenti storici.
La rabbia e la paura inducono molti giovani europei ad abbracciare ideologie di stampo estremistico con dosi massicce di xenofobia, fascismo e neonazismo e persino, se è vero ciò che si scrive on line o si vede sulle libere piattaforme digitali, a progettare feroci attentati con numerose perdite di vite umane per addossarli ai mussulmani e rinfocolare l’odio contro gli immigrati.
La storia di Helena è, però, ambientata nel Paese scandinavo e allora ci siamo chiesti: è verosimile che in Svezia i residui dell’ideologia hegeliana persistano sia a sinistra sia a destra in misura maggiore che in altri Paesi dell’Europa continentale?
Perché gli opposti estremismi dell’idealismo filosofico tedesco in Svezia possono addirittura convivere nella stessa forza politica, come dimostra la vocazione dei socialdemocratici a lasciarsi ammaliare dal canto delle sirene dell’“eugenetica” e della superiorità razziale ariana se è vero, com’è vero, che essi si sono ispirati a principi nazisti con le leggi Myrdal?
Sul fronte opposto, l’estrema destra ha ammesso di avere tra i propri militanti simpatizzanti del regime di Hitler.
Da che cosa ha origine il “male” del pensiero politico svedese? O si tratta solo dello stesso “cancro” di cui sono portatori, forse involontari, i “salvatori laici” dell’umanità che da Platone all’idealismo tedesco di fine Ottocento hanno imperversato e imperversano nel vecchio continente?
Il libro tenta di rispondere a queste domande ma racconta soprattutto l’infelice vita di Helena.
Ovviamente, l’elenco delle persone cui devo il mio grazie, comprende, l’insostituibile amico ed ex collega nel lavoro di avvocato, Aldo Linguiti, lettore attento e sagace, i cui consigli seguo sempre con molto scrupolo e con sincero apprezzamento.
A lui si sono aggiunti, questa volta, altri due amici di elevata formazione giuridica e di straordinaria cultura classica: Valeria Vinci Orlando e suo marito Massimo Fedeli, il cui contributo è stato per me molto prezioso.
Per questo libro, ho beneficiato anche dell’aiuto di un grande esperto di letteratura, Riccardo Mazzeo, lo scrittore e giornalista che, oltre a essere autore di molti libri, ha intervistato molti “grandi” del nostro tempo da Zygmunt Bauman (con cui, peraltro, ha scritto, per Einaudi, un godibilissimo Elogio della Letteratura) a Edgar Morin e ad Agnes Heller, filosofa e saggista ungherese.
Mazzeo, di scuola marxista, è stato per me, che rifiuto ogni ideologia assolutistica e universalistica, anche una voce critica preziosa che mi ha indotto a rivedere meglio alcuni punti del volume che abbisognavano di maggiore incisività, anche in un contesto che non intendeva tradire la sua prevalente natura di narrazione.
D’altro canto, l’amico e scrittore ha tenuto conto, nei suoi suggerimenti, delle idee che ho, del mio intento ben preciso di raccontare fatti ed emozioni di gente, soltanto se ritengo che la lettura di ciò che scrivo possa essere di stimolo a riflessioni per il lettore.
Come per altri miei libri di contenuto narrativo ho chiesto al carissimo amico, Maestro Pupi Avati, di dare una lettura al mio romanzo prima di darlo alle stampe.
Luigi Mazzella
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