La chiamata

Il brioso racconto di Sergio Piazza, La Chiamata, appartiene al genere del business thriller, che è una categoria di giallo particolarmente raffinata, riservata a intenditori dal palato esigente.
Sovente, questo tipo di narrativa approda al fasto dello schermo. Basti citare il film Insider (in italiano Dietro la verità) con Russell Crowe e Al Pacino ovvero Michael Clayton con George Clooney e Tilda Swinton. Nel primo caso la vicenda si svolge nel torbido degli affari gestiti dalle imprese del tabacco, mentre nel secondo caso la storia riguarda i delitti delle imprese farmaceutiche.
Sergio Piazza colloca l’intreccio del suo racconto nel mondo dell’informatica avanzata e precisamente in un plot di accordi, spionaggi, ritorsioni e ricatti tra la European Computer e la Asian Computer: la seconda, come vuole la realtà odierna dell’economia mondiale, recita il ruolo di impresa rampante proiettata alla conquista, mentre la prima svolge la parte di cassaforte di idee e di occasioni di mercato destinata a divenire terra di conquista da parte degli imprenditori emergenti e spietati dell’estremo oriente. Al centro dell’avventura si colloca una piacente donna di mezza età ancora capace di scatenare appetiti erotici nel cuore degli uomini e, quin­di, di autorizzare ipotesi di mobbing e di stalking. Ma sarà tutto vero? Chi è la vittima di chi? Tira di più il sesso o il danaro? E l’inquinamento da amianto: che ci sta a fare e a chi giova? Toccherà ad Andrea Guerrino, avvocato ritiratosi in pensione ma subito reingaggiato per risolvere l’intricato caso che fa capo alla bella Rita Dosio, sbrogliare la complicata matassa. Libro bellissimo, che si legge di un fiato, con una trama ricca di colpi di scena, equilibrata e filante, come un treno ad alta velocità. C’è da augurarsi che Andrea Guerrino divenga la maschera investigativa di successo uscita dalla penna di Sergio Piazza nel mondo del business thriller, così come Jules Amédée François Maigret è stata la maschera del giallo classico uscito dalla penna dell’impareggiabile Georges Simenon.

Sandro Gros-Pietro