Le stagioni delle cose
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Premio I Murazzi per l’inedito 2016 (Dignità di stampa) Motivazione di Giuria Il connubio di una parola fortemente espressiva con la felicità di un occhio osservatore, implacabili indagatori della ragione e della follia, fanno di questi versi nitidi e lapidari una delle crestomazie più efficaci della modernità di scrittura in campo poetico, con vasti echi e risonanze sul background della civiltà Occidentale, nella sua fastosa e affaticata sensazione di sazietà delle esperienze.
Nicola Duberti scrive un libretto di poesie di sostanza, malgrado le inconsistenze e le contraddizioni dell’essere. Chiariamo che “libretto” è un vezzeggiativo con valore ammirativo, ma non certo diminutivo. C’è un ossimoro camuffato nel titolo, perché “stagione” sta per dimora ovvero per stazione, e ci fornisce un concetto di durata delle cose che ci circondano: della realtà in cui siamo immersi. E nel contempo, quelle stesse cose appaiono così effimere, evanescenti, indefinibili, ambigue: sono una qualificazione variabile del Grande Enigma che ci sovrasta (e ci sommerge). Sandro Gros-Pietro |
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