Lettere (tre donne, tre storie)
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PREFAZIONE Il pensiero corre subito ad Abelardo e Eloisa appena si prende in mano questo bel libro di Natino Lucente, Lettere. Tre donne, tre storie, perché la monaca Eloisa è divenuta l’icona di tutte le “monache laiche” che scrivono lettere d’amore all’uomo destinatario dei loro sentimenti. La donna fa dell’amore un autentico ministero che celebra seguendo una liturgia spirituale e materiale rigorosa quanto ecumenica: ella giunge a investire ogni risorsa dello spirito e del corpo per la consacrazione di quel sentimento di legame umano, sovente transitorio se non addirittura effimero, e che tuttavia assurge al ruolo di chiave interpretativa dell’intera esistenza. Nell’era della telefonia portatile sembrerebbe inspiegabile che le lettere d’amore abbiano ancora importanza. Si prende in mano il cellulare e si indirizza un sms all’amato bene. Sovente è un acrostico miniaturizzato, tipo tvtb, che sta per ti voglio tanto bene, cui non è necessario fare seguire neppure la firma, perché ci pensa già il telefonino a esplicitare nome e cognome del mittente – sovente anche a visualizzarne una sorridente fotografia. A dispetto della tecnologia, invece, gli epistolari d’amore stanno ritornando di moda. Bene ha fatto Lucente, dunque, a proporci questo libro che ha la caratteristica di basarsi su un’esperienza diretta. L’autore si è giustamente preoccupato di schermare le dame che lo hanno beneficiato di tanto amore (e di tanto inchiostro!). Ma non sempre gli scrittori hanno usato lo stesso riserbo. Rimane celebre l’amore di Simone de Beauvoir per lo scrittore americano Nelson Algren, noto tombeur de femme, dall’autrice francese minutamente descritto in ogni più intimo particolare nel romanzo I Mandarini, al punto che l’americano, stizzito per essere stato messo in piazza, dichiarò alla stampa: “Ho frequentato con piacere i bordelli di tutto il mondo, e lì le donne chiudono sempre la porta. Lei invece ha abbattuto i muri alla camera da letto e ha invitato il pubblico e la stampa a commentare”, dando così della prostituta alla scrittrice francese. Celebri di dolcezza e di trasporto sono le lettere d’amore di Sibilla Aleramo, Virginia Woolf, George Sand, Marina Čvetaeva e molte altre sacerdotesse della scrittura d’amore. Non si dimentichi nemmeno il “caro amico, ti scrivo”, tanto per rivolgere un omaggio alla bellissima canzone di Lucio Dalla, celebrativa di un amore diverso e vissuto per iscritto, ma mascherato per amicizia. Sandro Gros-Pietro |
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