Tenacemente viola
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Prefazione All’insegna del virgiliano omnia vicit amor Mira Laurenti sigilla nella locuzione tenacemente viola il motto che riconduce il motore delle azioni umane al desiderio di dare e di ricevere empatia ed emozione di profonde corrispondenze, tra il sogno e la realtà, nell’invenzione fantastica del mondo e nella effusione concreta dei sensi, nelle architetture della mente e nelle emozioni della carne, nell’estasi dello spirito e nella sazietà dei sensi. Non è data tregua alle ragioni dell’amore, se si ragiona con amore sulle cose del mondo: da qui nasce la nozione di tenacia, che significa fermezza, ostinazione e assiduità. Neppure l’età che avanza e che consuma la vita può cambiare il senso e la direzione del messaggio, destinato a rimanere fedele a sé stesso, pur nella metamorfosi dei modi e delle forme di contenimento. Quasi tutto il libro di poesia di Laurenti, sempre fedele allo stesso motivo fondamentale della romanza, tenacemente viola, si svolge in un contesto laico, anzi si direbbe quasi pagano, vista l’insistenza con cui è espresso il ritorno ciclico delle stagioni e la resurrezione della vita, che non è cantata come approdo alla soglia metafisica, piuttosto come il rigoglio primaverile della nuova stagione, la risalita di Proserpina dall’Ade e il pieno trionfo della vita. La celebrazione della vittoria dell’amore su tutto ciò che esiste produce un inno universale che è probabilmente la caratteristica antropologica primaria condivisa tra gli esseri viventi solo dagli uomini – e neppure da tutti loro! Questo è, dunque, il tema fondamentale del libro, e conduce a un risultato finale di sorprendente elevatezza e consistente nella trasformazione dell’eros in agape e, quindi, nell’approdo a una soglia del ragionamento che non è più estetico, ma che diviene etico, per non impiegare l’espressione, forse non appropriatamente spendibile, di amore cristiano, stante il fatto che il concetto di agape è presente anche nella cultura pagana, come vi è presente quello di caritas. Il discorso poetico si mantiene, tuttavia, in una zona franca da pregiudizi e da scelte ideologiche o di fede, per rimanere all’interno non tanto del politically correct, ma per marcare un territorio di umanità sia nel ragionamento sia nelle emozioni condivisibile da chiunque abbia l’animo orientato all’amore e alla piena libertà del comportamento umano, nel rispetto del prossimo, anzi, animato dall’impulso di fare dono di sé al prossimo e illuminato dall’attesa di ricevere la comprensione degli altri. Sandro Gros-Pietro |
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