L’età della pietra
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PREFAZIONE La concezione che Michele Russo ha elaborato della poesia si avvicina all’intreccio plurale del libro dello scrittore tedesco Michael End, che si intitola Die unendliche Geschichte, tradotto in italiano La storia infinita. Si tratta di una formula declinata al plurale, perché la trama è orientata ad agganciare una serie di differenti universi possibili, della storia, della fantasia, della letteratura e altro ancora. Per usare un’espressione tratta dall’astronomia, si parlerebbe di una concezione dell’universo a stringhe, che si sviluppa in una moltiplicazione dei mondi possibili, i quali tutti insieme comporrebbero il multiverso, cioè la sommatoria complessiva di ciò che c’è, cui si aggiunge ciò che non c’è, ma che potrebbe esserci altrove o potrebbe esserci stato in passato o, infine, potrà esserci in un futuro tuttora indeterminato. Michele Russo non è uno scrittore di fantascienza e non è neppure un astrofisico. Egli è decisamente un poeta, e per convincersene basterebbe leggere le considerazioni che egli argomenta sul tema della poesia, e che, per rispetto dell’autonomia interpretativa del lettore, egli ha voluto collocare in fondo al libro, come fossero un’appendice aggiuntiva, a uso di chi volesse più vedere circa l’architettura con cui è costruito il suo discorso poetico. Sandro Gros-Pietro |
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