La vita è aperta
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Prefazione Se, come afferma Franz Kafka, “scrivere è l’assalto all’ultimo limite terreno”, non desta meraviglia che La vita è aperta di Michele Piovano si apra con una sezione, Oltre il cerchio, caratterizzata fin dal titolo, che sembrerebbe richiamare il mirabile attacco di una petrosa dantesca (“Al poco giorno e al gran cerchio d’ombra / son giunto, lasso, ed al bianchir de’ colli”), dalla volontà di superare un ostacolo, scavalcare un bastione, scampare da un assedio. Certo, la barriera mortificante dell’inverno è utilizzata dall’Alighieri per delineare, a contrasto, la vittoria di una passione incoercibile (“e ’l mio desio però non cangia il verde”). Nel caso di Piovano, invece, la soglia da varcare è costituita dall’incapacità della parola poetica di dar conto pienamente del “profilo disfatto delle cose” (Prospettive), di ciò che “continua oltre i cancelli”, e si allontana “come un volo di uccelli”, senza rivelare il suo segreto (Piccole vite vagabonde). Roberto Rossi Precerutti |
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