Amori effimeri
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Premio I Murazzi per l’inedito 2015 (Dignità di stampa) La Giuria del Premio I Murazzi attribuisce la dignità di stampa al libro di racconti Amori effimeri che rappresentano un riuscito esempio di drammatizzazione dei nonsensi della vita moderna con rappresentazioni di tic e di nevrosi, di situazioni comiche o improbabili, di gioie e di dolori inopinati e sovente irragionevoli, splendidamente sviluppati in un’atmosfera di garbata indagine da parte dello scrittore, che ancora una volta fornisce prova convincente della sua vena di umorismo dolceamaro.
I racconti di Mario Rondi si fanno ammirare per il clima surreale in cui vengono condotte dallo scrittore con arguta minuzia le indagini psicologiche riguardanti i protagonisti, in presenza di figure alate, per lo più angeli bonari e talvolta anche un poco burloni, e non senza qualche diavolo peloso, ma tutto sommato non così malvagio come ci si potrebbe attendere. Seguendo un vezzo, che è così caro allo scrittore bergamasco, anche le cose hanno una loro anima, in particolare gli animali e più di tutto gli ortaggi, le verdure, i fiori, le piante, tra le quali tocca un ruolo da protagonista a un cactus da mensola casalinga, anzi, a un’intera collezione di cacti. L’atmosfera dei racconti è per lo più di festosa nostalgia, di una gioiosità logorata dalla fatica e dalla monotonia di vivere e più di tutto dalla pusillanimità di dovere compiere delle scelte, uscire dal bozzolo in cui ciascuno si attorce come un baco, secondo un criterio di distribuzione dei toni e delle parti che agita nella mente del lettore le celeberrime ambientazioni felliniane, in un clima sempre di favola un poco bislacca, sull’onda di un’evocazione memoriale deformata dall’inclusione continua del sogno nell’intreccio della vicenda riguardante i protagonisti, i quali sono in fuga da sé stessi ovvero vagano alla ricerca sconclusionata delle loro orme passate. E i protagonisti sono per lo più donne formose, dalle rotondità debordanti, matrone sensuali o all’opposto silfidi eteree, cui si contrappongono maschi segaligni e inetti o all’opposto obesi ippopotami, con una predilezione aurorale per i casi estremi, ancora di stampo felliniano. Sandro Gros-Pietro |
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