Editore cercasi
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Premio I Murazzi per l’inedito 2015 (Dignità di stampa) La giuria del Premio I Murazzi attribuisce la dignità di stampa al romanzo di Mariateresa Sivieri che si intitola Editore cercasi, e rileva la straordinaria capacità della scrittrice di coniugare fantasia e dato storico in un amalgama che diviene inscindibile e che si fa apprezzare per la vasta e profonda cultura contenuta nel libro, il cui linguaggio è sempre mantenuto scevro da ogni ostentazione letteraria, per cui la lettura, anche nell’affrontare gli argomenti più complessi, si mantiene mirabilmente semplice e filante, fornendo la più sicura prova di abilità scrittoria, consistente nell’ottenere l’incisività massima dei significati con l’impiego dell’essenzialità minima dei significanti. Il filo rosso che lega insieme i protagonisti di questo lungo racconto surreale è la ricerca di un editore che voglia documentare la loro biografia e nel contempo che intenda valorizzare l’opera di quello che dovrebbe essere il protagonista principale del racconto, cioè dello scrittore Ambrogio Mariotti. Gli “undici personaggi in cerca di editore” in verità, sono dodici: Chistine de Pizan, Ildegarda di Bingen, Napoleone Eugenio Luigi, Pomponio De Algerio, Artemisia Gentileschi, Francis Scott Key, Rouget de Lisle, Goffredo Mameli, Carlo I d’Asburgo, Isabella di Morra, Olimpia Maildachini Pamphili, Eleonora Duse. E diventano tredici se aggiungiamo anche Ambrogio Mariotti, lo scrittore che si sente frustrato, perché riesce a pubblicare solo a proprie spese (come faceva Alessandro Manzoni!), anche se poi ha ottenuto un credito non comune da parte dei critici, tanto da farsi catalogare nella biblioteca del Comitato Nobel di Oslo il suo libro dedicato alle donne premiate con il Nobel per la Pace. Ambrogio Mariotti è l’unico personaggio di fantasia del libro, gli altri sono figure storiche che appartengono al patrimonio della cultura della civiltà occidentale. Ambrogio Mariotti è un insegnante in pensione che ha vissuto una dolce e serena storia d’amore – tuttora in sviluppo – con la moglie Inès. Insieme abitano in una bella casa di campagna, con ampio giardino sulle colline vicine ad Asolo, nel trevigiano, una zona aprica, pianeggiante, collinosa e montagnosa, definita dai cento orizzonti, date le incantevoli bellezze della natura da cui è circondata. Tuttavia, Mariotti è insoddisfatto di sé. Anzi, no: è insoddisfatto della dabbenaggine degli editori italiani che per prima cosa, quando egli si presenta loro con un nuovo libro in mano, gli chiedono a quali trasmissioni televisive abbia partecipato, a quali giornali di alta tiratura collabori con firma bene visibile, quali canzoni di successo abbia scritto, con quali vip abbia intessuto piccanti storie d’amore e da gossip, quali omicidi, stupri, grassazioni o almeno colossali truffe abbia commesso o se almeno sia un pedofilo prima convinto e poi pentito, con pruriginose memorie e altre viscere da esibire. Ma una volta edotti sul fatto che Ambrogio Mariotti non è autore di nessuna di tali iniziative lecite o illecite, lo cacciano in malo modo dalle redazioni editoriali, prima ancora di leggere il libro, perché gli dicono “a chi vuole che interessi la sua storia, se lei nella vita si è interessato solo di cultura!? Vada via, e non si faccia più vedere. Al massimo pubblichi a pagamento, ma fuori da qui, perché noi facciamo la cultura seria: noi costruiamo l’autentica popolarità!”. Ecco qual è il guaio di Ambrogio Mariotti: lui, con quel suo nome e cognome da maggiordomo meneghino, ambirebbe conquistare una buona fetta di popolarità, cosa che un editore a pagamento non può dargli, perché quest’ultimo si limita a fare cultura non seria, cioè quella che non è scritta né da calciatori né da barzellettieri, coi passaggini in tivù. E allora, cosa pensa il nostro Ambrogio? Pensa di convocare a rapporto gli undici – ma non sono dodici? – altisonanti personaggi tratti dalla cultura alta e bassa europea (Francis Scott Key, per pignoleria, è un americano del Maryland) di cui egli si è interessato nelle stesura dei libri da lui scritti. Vuole mandare questi grandiosi eroi del passato a impetrare la sua causa presso gli editori, con la convinzione che, davanti a tanta autorità, gli editori cadano in ginocchio. Si è già detto più di un volta che le redazioni di molti editori italiani hanno sdegnosamente respinto opere di Dostoevskij, Melville, Maupassant, Rimbaud, cui era stato cambiato il nome dell’autore e che sono state date in lettura con dei nomi di fantasia, limitandosi a cambiare il nome dello scrittore e dei personaggi protagonisti, e sono state giudicate “opere di scarso interesse per il mercato, assolutamente impubblicabili”. Non c’è da stupirsi se un destino più o meno simile toccherà anche a questi altisonanti personaggi della storia occidentale. Di conseguenza, il buon Ambrogio penserà di inviare la sua opera a un concorso per inediti, come ultima zattera del suo naufragio in alto mare. Sandro Gros-Pietro
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