Leopardi e il “mal di Napoli” (1833-1837)
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Prefazione Il primo sentimento con cui è stata accolta in casa editrice l’opera di Carlo Di Lieto dedicata al Recanatese, Leopardi e “il mal di Napoli”, è stata la venerazione che l’editore attribuisce ai capolavori. È una sorta di sindrome di Stendhal che ghermisce fino a stordire per il privilegio sconvolgente di potere leggere per primo un’opera maggiore destinata a lasciare il solco e a creare lo spartiacque nella cultura. Si legge avidamente, provando gioia ineffabile per la scoperta, ma anche accompagnata e contraddetta dal sentimento di colpa, per la profanazione che si sta compiendo, come se si violasse un sito etrusco per portare alla luce la sapienza e la cultura che colà si immagina da sempre conservata, radicata nei precordi del patrimonio umano delle idee. Di questi tempi le gioie degli editori sono veramente rare, perché vi sono pochi libri che, come questo, nascono dal lavoro di una vita dedicato con continuità e armonia allo studio organico di un tema complesso e vastissimo, esaminato nella pluralità delle visioni possibili, e rappresentato nella pienezza di voci documentative, denotative, interpretative e possibilistiche. Sandro Gros-Pietro Quarta di copertinaL’itinerario intellettuale del periodo fiorentino-napoletano ha un rilievo fondamentale nella produzione leopardiana, dalla sperimentazione dei nuovi registri tematici dei “canti fiorentini” alla satira politica e di costume fino al messaggio di solidarietà della Ginestra. Gli esiti nuovi di questo discorso poetico ci avvicinano alla dissonanza di fondo della personalità leopardiana, ricca di complessi motivi d’ispirazione, ma anche di disvelamento della sua “vera” identità.
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PREMIO I MURAZZI 2016
Circolo dei Lettori – Sala d’Onore, il 11.03.2017alle ore 16.00, Via Bogino, 9, Torino
Leopardi e il "mal di Napoli" di Carlo Di Lieto
Lingotto Fiere, il 11.05.2014alle ore 15.00, Via Nizza 280, Torino
L’itinerario intellettuale del periodo fiorentino-napoletano ha un rilievo fondamentale nella produzione leopardiana, dalla sperimentazione dei nuovi registri tematici dei “canti fiorentini” alla satira politica e di costume fino al messaggio di solidarietà della Ginestra. Gli esiti nuovi di questo discorso poetico ci avvicinano alla dissonanza di fondo della personalità leopardiana, ricca di complessi motivi d’ispirazione, ma anche di disvelamento della sua “vera” identità. |
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