Nonno Stalin
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Premio I Murazzi per l’inedito 2018
(Dignità di stampa) Motivazione di Giuria:
Prefazione Il romanzo Nonno Stalin si presenta quasi in forma di diario e la ragione risiede nel fatto che esso descrive l’arco di tempo di tre anni scolastici, dal 1958 al 1961, intensamente vissuti dalla scolara Marilena, dalle sue compagne di classe e dagli amichetti di casa, dai genitori, parenti, amici, conoscenti, il medico, il padrone di casa e ancora tanti altri personaggi. C’è un ricchissimo mondo della provincia lombarda, collocata nell’Oltrepò Pavese. Potrebbe trattarsi di una città di medio-piccola grandezza, come fosse Stradella, descritta all’indomani della seconda guerra mondiale. Le ferite belliche per i lutti, i disastri economici, la fame e le malattie dilaganti si sono appena rimarginate. Ecco che già si sta manifestando la rinascita, che porterà al miracolo economico celebrato nel grande giubileo nazionale del 1961, per la ricorrenza patriottica del primo centenario dell’Unità d’Italia. Sulla scena trionfale della Patria che commemora il Risorgimento storico in uno con la resurrezione civile ed economica si chiude il romanzo, che tuttavia lascia presagire almeno parte degli sviluppi futuri a cui andrà incontro la protagonista Marilena. Nonno Stalin è il ritratto del capo dei Soviet sospeso sopra il letto matrimoniale di Giuseppe e Romilda, genitori degli amichetti Mario e Mara. È proprio il ritratto del Barbisone, come lo chiama in un misto di diffidenza e di ironia Lina, la mamma sarta provetta della bimba Marilena. Anche il marito Natalino, artigiano liutaio che si ritrova a riparare fisarmoniche nel laboratorio casalingo, nutre disapprovazione per l’erede di Lenin, poiché Natalino è di fede socialista, ed è fedelissimo seguace di Pietro Nenni. Invece, per i genitori dei bimbi Mario e Mara, Giuseppe Platé e la moglie Romilda, Stalin ha preso il posto riservato per tradizione alla Madonna col Bambino Gesù, sopra il talamo nuziale. Ai due figlioli è stato spiegato che quello, insieme a nonno Ersilio, coabitante con loro, ormai vecchio e un poco rincitrullito, è l’autentico Nonno Stalin, ormai morto, ma mai dimenticato, in divisa da generale, quale egli fu. Sandro Gros-Pietro |
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