Voci dai Murazzi
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Prefazione Le Voci dai Murazzi sono una crestomazia diversa dal consueto, poiché non si propongono l’obiettivo diretto di celebrare un ristretto florilegio di testi, spalmati lungo un arco temporale determinato, e successivamente selezionati secondo un criterio canonico di rigorosa ricerca estetica della poesia, che tenga conto sia delle forme sia dei contenuti. Il criterio, invece, è quello di rappresentare il panorama composito della poesia italiana che viene registrato dall’osservatorio poetico del Premio I MURAZZI. Non c’è la presunzione che I MURAZZI siano rappresentativi della poesia italiana d’attualità tout court, ma c’è la consapevolezza che essi siano una specola d’osservazione di buona affidabilità, così come è da credere che l’Eridano non sia l’unico fiume con patente poetica, ma è certo che in fatto di fluvialità poetica sappia gorgogliare la sua. E le acque che vi scorrono dentro, tanto per rimanere in metafora, non sono imbrigliate negli acquedotti della grande distribuzione municipale, destinate a portare la preziosa risorsa nelle private abitazioni dei sessantaseimilioni di cittadini italiani. Sempre in metafora, significa che le poesie che si leggono nell’antologia Voci dai Murazzi non sono quelle distribuite dai grandi editori e che arrivano fino alle biblioteche dei privati cittadini, ma sono invece paragonabili alle acque di fonte, nascoste e poco note, ma anche più pure, meno trattate, omogeneizzate, depurate e disinfettate dalle redazioni delle case editrici, secondo criteri di produzione imposti in base a logiche economiche. Abbandoniamo la metafora acquorea, perché ad insistere nello specchiarsi dentro si correrebbe il rischio di Narciso. Sandro Gros-Pietro
Area della Tradizione Le poesie proposte da Antonio Damiano danno chiara contezza dei suoi omaggi di devozione e di valorizzazione alla più recente tradizione letteraria italiana di fine Ottocento e di tutto il Novecento, consistente nell’anteporre alla composizione del testo l’elaborazione puntigliosa e sontuosa di un opportuno linguaggio poetico da ingaggiare in esclusiva per la poesia: la scelta delle parole cui il poeta attribuisce cittadinanza poetica è l’ossessione letteraria che regna sovrana da Pascoli a Montale e fino oltre. Ovviamente, il linguaggio condiziona anche l’argomentazione e si collega alle forme e ai contenuti della poesia. Ne deriva che il controllo del poeta si estende come attenzione maniacale a ogni modo di essere del significante immesso nel testo, che dovrà rispondere a una precisa e determinata esigenza unica di significato. L’atmosfera che Damiano sviluppa nelle sue poesie è dunque quella di una sovrabbondanza lussureggiante di nostalgia e di bellezza, come avviene nelle più famose pellicole di Luchino Visconti: un inno alla bellezza celebrata nella ricerca della perfezione descrittiva e interpretativa di ogni singolo oggetto illuminato sulla scena del mondo ricostruita dal Poeta. Area della Contemporaneità La limpida e asettica poesia antilirica di Paola Cenderelli, come espressione di denuncia dell’ossessivo pragmatismo della vita moderna, diviene rappresentazione esemplare di fatti, idee, sentimenti, nella evanescenza di un disegno armonico di orientamento della pienezza della vita verso i valori profondi della comunione umana. Il dettato prosodico assurge a modello della poesia contemporanea, in specie di quella definita “metropolitana”, caratterizzata dallo sguardo di un “poeta senza cielo e senza stelle”, e calamitato all’elencazione spiccia degli elementi affastellanti la quotidianità, tra oggetti e pensieri, tra sogni e incubi, piaceri e nevrosi, nel vortice di storie anonime di gente comune.
Area del Pensiero Poetante Anna Elisa De Gregorio propone tre poesie che potrebbero essere accolte come un trattato di estetica sui fondamenti della bellezza nonché sulle possibilità della emulazione e/o creazione artificiale ovvero artistica della bellezza. Le correspondences tra la pittura e la poesia non solo richiamano l’ut pictura poësis di Orazio ma sembrano insistere sull’indescrivibilità del mondo, cioè sull’indicibilità del reale e, quindi, sull’unica possibilità di creare la finzione dell’arte come descrizione e interpretazione della vita. I tre pittori che vengono offerti ai lettori di questa antologia da Anna Elisa De Gregorio sono dei maestri sia della descrizione realistica sia della ricerca dell’altrove: la poetessa ricostruisce l’esprit della loro opera e il contesto storico in cui l’idea artistica ha preso forma, ma in realtà essa sta facendo tutt’altra cosa, e cioè sta scrivendo una poesia che è “cosa” totalmente autonoma dal ritratto che sta commentando, come avviene nelle tele di Magritte che fondono e che confondono la creazione e l’emulazione di un paesaggio all’interno dello stesso quadro. Maria Ebe Argenti • Raffaella Bettiol • Giovanni Caso • Carmelo Consoli • Silvia Cusumano • Giacomo Giannone • Elena Lometti • Adriano Molteni • Anna Santarelli |
Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.