L'odore del tempo
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Colmo di freschezza saturnina, il libro di racconti di Andrea Saratoga, L’odore del tempo, appare meditabondo, riflessivo, melanconico, perché sensibile agli influssi del caso, della sorte avversa, del ghiribizzo degli astri. Sandro Gros-Pietro Quarta di copertinaDieci passi, bastavano dieci passi più in là e non ti avrebbe colpito. Però sai com’è, un patto è un patto. Bisogna rispettarlo, soprattutto quelli con sé stessi, forse i più difficili da onorare. Ora è scaduto il nostro tempo. Vieni Aldo, andiamo”. I due uomini in un soffio svaniscono assieme alla nebbia che lentamente si dirada. Tornato il sereno sulla piazza vuota anche il volto del Nettuno ritorna a fissare l’orizzonte; sereno e immobile come da millenni. Ai piedi della statua, una rosa nera giace abbandonata con i petali che lentamente, uno alla volta, abbandonano lo stelo. Poco più in là a mezz’aria due lacrime, una di gioia e una di pianto, cadono infrangendosi nei ciottoli del pavimento e lo inumidiscono. Ritornando alla terra. (dal racconto I dieci passi) Indice testuale9 Il rumore della pioggia30 I dieci passi 42 Il silenzio dei suoi occhi 53 La baita dei giorni dimenticati 62 Le tre rose 81 Figlia del vento 92 I segreti dell’acqua 102 L’angelo caduto 116 Lettera a me stesso 118 Che musica hanno i ricordi? 137 Ringraziamenti Biografia dell'autoreAndrea Saratoga nasce a Moncalieri, in provincia di Torino il 6 gennaio 1995. Si diploma all’istituto alberghiero di Carignano I.I.S. Norberto Bobbio nel 2014. Eredita dai genitori, sin dall’infanzia, una grande passione per la musica e la letteratura che lo porta a scrivere canzoni, pensieri e piccoli racconti.
L’odore del tempo è la sua prima opera di narrativa. Dieci passi, bastavano dieci passi più in là e non ti avrebbe colpito. Però sai com’è, un patto è un patto. Bisogna rispettarlo, soprattutto quelli con sé stessi, forse i più difficili da onorare. Ora è scaduto il nostro tempo. Vieni Aldo, andiamo”. I due uomini in un soffio svaniscono assieme alla nebbia che lentamente si dirada. Tornato il sereno sulla piazza vuota anche il volto del Nettuno ritorna a fissare l’orizzonte; sereno e immobile come da millenni. Ai piedi della statua, una rosa nera giace abbandonata con i petali che lentamente, uno alla volta, abbandonano lo stelo. Poco più in là a mezz’aria due lacrime, una di gioia e una di pianto, cadono infrangendosi nei ciottoli del pavimento e lo inumidiscono. Ritornando alla terra. (dal racconto I dieci passi) |
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