Tigri di carta
![]() |
€ 12,00
EUR
Spedito in 2 giorni
|
Descrizione Inserisci un commento Rassegna Stampa | |
PREFAZIONE Che il mondo sarà salvato dalla bellezza è la fede del principe Myskin, nei barlumi di saggezza coltivati lungo l’avventura di pazzia della sua vita di uomo buono, il Cristo della modernità per Dovstoevskij. L’affermazione si colloca nell’atmosfera dell’idealismo romantico e dei grandi ideali inerenti l’Assoluto, la Libertà e il Bello. Ovviamente, il trionfo dell’idea sulla realtà fenomenica ha una grandiosa ricaduta anche in poesia. Ma qualcosa di parodistico sta nell’affermazione che la poesia salverà il mondo, al punto che ci credeva e non ci credeva lo stesso Octavio Paz, grande innovatore dell’arte della comunicazione in versi. Noi sappiamo che oggi, l’espressione la poesia salverà il mondo si è evoluta ed è esalata in uno slogan che fa da marchio di impresa a più di una premiata forneria poetica ovvero ad alcuni picareschi avventurieri della parola, e inoltre funziona come richiamo ecumenico per il ritrovo sull’Isola di Citera da parte dei globetrotter della poesia mondiale: roba da impenitenti figli dei fiori, ormai con la sciatica e seri problemi di prostata. Sono tigri di carta, per Andrea Aloi – che non è dimentico della sua natura irrimediabilmente consacrata alla sferza della satira, neppure quando indossa il saio sacerdotale del poeta – le grandi ideologie dei vati, le loro concettose weltanschauung o visioni assolute del mondo, con cui spiegare in un libretto – non necessariamente di rosso maoista, anche se all’autore non suonerebbe del tutto sgradito – tutte le contraddizioni del mondo, riordinarle e armonizzarle epistemologicamente verso l’alba salvifica di un sol dell’avvenire che – non si esclude del tutto – prima o poi possa in qualche modo palesarsi all’orizzonte. Sempre il Grande Timoniere – già citato pocanzi in nuce – aveva definito tigri di carta l’armamentario bellico e il caravanserraglio ideologico-culturale delle democrazie corrotte dal capitalismo: fiere minacciose e imbelli, sostanzialmente carnascialesche. La metafora serve ad Andrea Aloi per illustrare le illusioni & illuminazioni dei poeti – vogliamo intenderle così? si tratterebbe della “cassetta dei ferri” del poeta moderno, cioè del poeta che è “decli-nato” dopo l’asse ideologico Foscolo-Rimbaud. Sandro Gros-Pietro
|
Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.