Commento di Angela Scimone
![]() Quando il tempo era lungo
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autori: | Nicolò Spampinato |
formato: | Libro |
prezzo: | |
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Attraverso il sottile gioco delle analogie si palesa tutta la vis affabulatrice dell’Autore: Dalla vettura “col fiatone” che “sbuffando arrancava” in piena salita, agli amori “andati a fiorire altrove” ovvero “rimasti appassiti sugli steli”, dall’“odore del proprio lavoro, della propria famiglia, del proprio stato sociale” che ognuno a quell’ora portava con sé, alla corriera diventata palcoscenico per un’improvvisata rappresentazione corale quale implicita metafora della vita, ciascuno col proprio ruolo, attore protagonista o spettatore muto. E poi “lei”, questa “lei” “capace di trasformare in un’alcova quel luogo”, questa lei senza volto e senza identità eppure evocata dal nulla da quel semplice pronome, così viva e reale, capace di scavalcare ogni dimensione di spazio e di tempo e presentarsi prorompente agli occhi e alla fantasia del lettore con le sembianze di un’altra lei, magicamente sbucata dal cassetto dei ricordi... E le stranezze sotto spirito di “U zu Ninu” che “amava conservare il passato” per “proteggere e tramandare ai posteri tutto ciò che sapeva di bello e di poesia”, non sono altro che il correlativo oggettivo dell’atavico e un po’ dolente sentimento del tempo che l’Autore, con sensibilità acuta e sofferta, avverte vibrare commosso dentro di sé. A questo suo forte sentire, è il suono avvolgente del silenzio a far da colonna sonora: dal silenzio rispettoso e assonnato della corriera delle 6, al silenzio gravido di solennità che si faceva intorno allo “zu Ninu” che “parlava sempre piano” perché “non era uno di quelli che parlavano a voce alta per mettersi in mostra”. E quella piccola digressione sul destino umano, quell’ineludibile avvicendamento di generazioni che sulla corriera “hanno imparato a dividere con gli altri le gioie e i dolori della vita, e non si sono mai sentiti soli”, si stempera nella dolcezza dell’abbandono, dell’affidarsi “a qualcuno che ci portava a casa”. Quando il tempo era lungo, caro Nicola... E tu guardi il manto della Vergine dove pensi posassero lo sguardo i tuoi progenitori, e in quel legame che mentre guardi senti forte dentro di te, trovi l’anello che ti congiunge a quella lunga e secolare catena...
Angela Scimone
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