Poeti Senza Cielo
Nel 2012 nasce la Collana Poeti senza cielo curata da Menotti Lerro: i ‘poeti senza cielo’ sono quegli autori che esprimono un rapporto dissidente, ma spesso non estremista, verso la società e verso la dimensione metafisica. La contestazione si dirama in varie direzioni: dall’establishment politico, al grande disegno divino, reo di aver costretto l’uomo sulla Terra, in altre parole su quella che viene spesso avvertita e vista come una vera e propria ‘landa desolata’. La collana accoglie quei poeti, noti o sconosciuti, la cui personalità o opera letteraria rientra in questi ‘canoni’.
Caro Menotti, i poeti che affollano il nostro secolo lo hanno eccome il cielo. Lo hanno semplicemente perché non sono veri poeti. I grandi artisti non hanno mai cielo, anche se a volte se ne creano uno alternativo. Il cielo simboleggia il proprio punto d’approdo, ciò che si ricerca nella vita. Il cielo era Dio, ma ora è sostituito da altre cose.
Folco Portinari
Mi piace molto questa sua espressione, è davvero poetica. Spontaneamente mi viene in mente la figura di Cristo, quando gli chiedono: “Dov’è il regno dei cieli?” E lui risponde: “Il regno dei cieli è dentro di voi.” Siamo noi, dunque, che dobbiamo trovare il cielo: ciò che ci permette di vivere serenamente. L’uomo è continuamente alle ricerca di realizzare la propria spiritualità. Da un punto di vista religioso, inoltre, dico che il Vangelo non è quello che ci insegna la Chiesa… Ad ogni modo, tutto dipende da cosa si intende per cielo. Per i poeti potrebbe intendersi l’aver pubblicato, l’essere conosciuti, ecc. ma spesso i veri poeti sono quelli che non hanno cielo in tutti i sensi, e proprio per questo sono le ‘anime’ prescelte…
Franco Loi
Se Senza cielo significa senza una speranza del trascendente ricordo che anche Foscolo e Leopardi erano poeti senza cielo.
Umberto Piersanti
Senza cielo, che è il titolo di una mia raccolta di poesie del 2006, traduceva essenzialmente tre dimensioni: la mancanza fisica di cielo sulla città di Milano, coperta dallo smog, dove il progresso diventa regresso; la mancanza metaforica di cielo, intesa come assenza irrimediabile di Dio; e infine la mancanza di futuro nell’universo interiore, devastato da profonde crisi private, che sul piano dell’extratesto pittorico si riconoscono dell'urlo di Munch.
Menotti Lerro
Nessuna valigia - Premio Giuseppe De Marco
Repertorio di Poesia 2013-2017
formato:
![]() 2018 – prefazione di Menotti Lerro
€ 10,00
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Poesie
Salvatore D'Alessandro
formato:
![]() 2013 – prefazione di Menotti Lerro e bandella di Sandro Gros-Pietro
€ 13,00
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Dolce mio assenzio
Nedo Soldaini
formato:
![]() 2012 – prefazione di Eraldo Garello e postfazione di Vincenzo Guarracino
€ 12,00
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