Riccardo Quarello

Riccardo Quarello è nato a Moncalvo (AT) nel 1943 ed è cresciuto e vissuto a Torino, frequentandovi la scuola pubblica sino al compimento degli studi liceali.
Già a partire dagli anni Sessanta è attivo socialmente e intellettualmente, prima nel gruppo dei “Giovani a Torino”, animato dal fratello Piero, poi nell’Istituto di studi intitolato a Felice Balbo, l’esponente più prestigioso della “Sinistra Cristiana”.
Laureato in Scienze politiche presso l’Università Cattolica di Milano, si è occupato, negli anni Settanta e Ottanta, di tecnologia sociale nella Facoltà di Architettura della sua città, prendendo parte, fuori da ogni irreggimentazione ideologica o politico-organizzativa, ai movimenti collettivi allora in atto nel Paese, disarticolatisi a seguito del tragico epilogo, irresponsabile e collusivo, del caso Moro.
All’inizio degli anni Ottanta ha conseguito il ruolo di docente-ricercatore con un’indagine sullo Sri Aurobindo Ashram di Pondicherry (India) e sulla comunità internazionale di Auroville, dandone conto nel volume In India. Auroville, prima e dopo, I.T.A.C. – Politecnico di Torino.
Nello stesso periodo accosta la tematica della nonviolenza, contribuendovi con il seminario Per una città non violenta. L’attraversamento, I.T.A.C. – Politecnico di Torino, nel quale mette a frutto gli strumenti acquisiti con la partecipazione al movimento psicanalitico facente capo a Jacques Lacan. Prende parte altresì all’esperienza delle “Liste Verdi” di rappresentanza politica del movimento ecologista e pacifista, poi fiaccato al G8 di Genova.
La nuova fase espressiva è testimoniata dalle poesie della raccolta Al non infranto amore del 1986 e dalla redazione del Manifesto del bio-regionalismo, nel 1988, per la rivista A.A.M. – Terra Nuova.
All’inizio degli anni Novanta lascia l’università per dare vita all’esperienza di “Torri Superiore”, alle spalle di Ventimiglia (IM), comunità orientata ai valori della New Age, impegnata in senso ecologico, evolutivo e cooperativo, tuttora fiorente.
Nel corso del penultimo decennio, scrive due nuove raccolte di poesia (Veglia d’armi, veglia d’amore, del 2002; e La rosa nel laccio, del 2005), scaturite dalla tragedia delle Torri Gemelle, e dall’incanto di un incontro inatteso, a testimoniare l’avvio di una traversata, allora ancora incompiuta; qualche anno dopo elabora il Manifesto Per un nuovo modo d’essere umani: un contributo alla transizione (2007), da cui prende inizio la pubblicazione delle successive Newsletter.
Nel 2008 pubblica la raccolta Quel maggio infame, dà vita allo Studio Artylab (Laboratorio di Arte poetica, Ricerca antropologica, Tecnologia sociale, Yoga integrale); lancia la proposta di C.R.E.A.R.E. (Circuito di Ricerche E Arti e tecniche Evolutive) rivolto ad operatori sociali e culturali, e a formatori e terapeuti, interessati ad un futuro possibile.
L’inizio dell’attuale decennio lo vede iniziare l’elaborazione teorica e la sperimentazione antropologica di cui dà conto nell’opera Cuore, arte & co/scienza alla prova della globalizzazione (completata tra il 2010 ed il 2011), nella quale si analizzano tendenze, premesse, e prospettive dell’attuale crisi epocale planetaria.
Da tempo è impegnato nella traduzione poetica di Savitri, opera postuma di Aurobindo Ghose (1872-1950), di cui ha curato la versione italiana dei Sonetti, e a cui deve molto della concezione del proprio poemetto Tam-tam, batte il mio cuore, del 2011. Del 2014 la raccolta poetica L’uccello di tela e altri frammenti, del 2017 la nuova raccolta Alla ricerca d’una nuova aurora.
Attualmente vive e lavora a Gravere (TO), dove conduce una vita semplice ed appartata.